Ora, molti di voi si staranno chiedendo se si tratti di uno scherzo. Bene, non lo è. Dal primo agosto sarà in libreria (classica e online) il mio primo romanzo.
E' un giallo e si intitola "Cronaca di un legame di sangue". A breve pubblicherò tutti i posti e i link dove è possibile acquistarlo, più uno spazio ad hoc dove chi vorrà leggerlo potrà lasciare un commento.
Intanto qui sotto pubblico il comunicato stampa della casa editrice, Prospettiva editrice, sulla presentazione che si svolgerà domani a Civitavecchia. Il 90% di voi lettori non è civitavecchiese, ma se qualcuno vuole farsi una passeggiata...
Venerdì 31 Luglio a partire dalle ore 19,00 INTERSTIZI e PROSPEKTIVA replicano l'Aperitivo d'Autore presentando in anteprima, presso il Malibu Lounge Bar a Piazza Betlemme alla Marina "CRONACA DI UN LEGAME DI SANGUE" romanzo giallo, opera prima del giovane giornalista e scrittore civitavecchiese Damiano Celestini, edito da Prospettiva Editrice. Saranno presenti, oltre all'autore e all'editore Andrea Giannasi, Fabrizio Gabrielli, Dario Falconi e Gabriele Mancini della Redazione della Rivista Letteraria Prospektiva ed Emanuele Ercolani della rivista d'arti grafiche Interstizi.Durante l'happening l'attore Massimiliano Coppa leggerà alcuni passi del romanzo accompagnato dalle atmosfere acustiche create da Riccardo Pasquarella. Saranno inoltre presentati al pubblico il numero 4 di Interstizi dedicato all'Etereo, la 47a uscita di Prospektiva incentrata sulla Vertigine ed il primo numero del nuovissimo Giornale di Civitavecchia.
Se avete tempo godetevi la gara di Alessia Filippi di ieri nei 1.500 metri. Semplicemente fantastica soprattutto nella seconda parte.



Senza dimenticare che Federica Pellegrini, ieri ancora record del mondo nelle semifinali dei 200 stile libero, oggi punta ad un altro oro e magari ad una ritoccatina al primato iridato.

Michael Phelps non è al massimo della forma. Lo squalo di Baltimora fino ad ora ha nuotato molto al di sotto dei suoi standard. Il che significa nuotare come un campione "normale" visto che lui è un extraterrestre. Certo, sei mesi di stop nel nuoto per uno come lui vogliono dire parecchio. Io però aspetterei prima di definire il suo Mondiale un flop. Dopotutto lo squalo è imprevedibile...
Per chi ieri non avesse assistito all'impresa della marziana Federica Pellegrini, prima donna a scendere sotto i quattro minuti nei 400 stile libero, ripropongo il video.



L'altro giorno scrivevo di come Valerio Cleri fosse stato penalizzato nella prova dei 10 km. Bene, lo sport regala anche questo tipo di soddisfazioni. Nella 25 km, la gara più massacrante del nuoto di fondo, l'essenza della lotta tra uomo e mare, Valerio si è preso la rivincita portando il primo oro a questo mondiale romano per l'Italia. Perché lo sport, fondamentalmente, è anche questo: prendere pesci in faccia, rialzarsi e vincere. Bis con la Vitale. E' sempre più un mondiale rosa.
L'ultimo tuffo nel sincro dai tre metri del duo Cagnotto - Dellapè è stato seguito dagli spettatori praticamente senza respirare. Le due piccole azzurrine si ritrovano al secondo posto alle spalle della corazzata Cina e davanti alla forte Russia. Un altro piccolo, grande miracolo.
Di bronzo c'è sicuramente la faccia degli Stati Uniti che hanno presentato il controricorso e di chi lo ha accolto. C'ha sperato Valerio Cleri, fino all'ultimo. Invece questa mattina è arrivata la conferma della medaglia di legno. Nella prova dei 10 km di ieri l’americano Francis Crippen nello sprint ha nuotato per cinquanta metri al di là della corsia di limitazione dell'arrivo. "L’Italia - si legge sul sito della Federnuoto - ha presentato ricorso alla commissione tecnica della FINA che l’ha accettato dopo quasi due ore di riunione. Immediato il controricorso degli Stati Uniti e nell'attesa la classifica finale resta sospesa e con lei l'assegnazione delle medaglie". Dunque il ricordo è stato prima accolto poi di fatto bocciato. Che facciano pace col cervello.




Intanto il bronzo è arrivato nella stessa prova, ma nel femminile, con Martina Grimaldi. Brava. Brava davvero.




Pallanuoto maschile. L'Italia vista ieri sera contro la Romania è sembrata timorosa. Troppo timorosa. Dopo il ko all'esordio contro gli Usa (sempre loro...) ci si aspettava un passo avanti. C'è stato, ma solo in difesa. Il 6-5 con cui il Settebello ha ceduto ai romeni parla di una squadra azzurra mai incisiva al momento della conclusione: titubante, inconcludente. Dopo l'espulsione definitiva di Aicardi, è vero, tutto il peso dell'attacco è andato sulle spalle del solo Alessandro Calcaterra ma nelle conclusioni tutti gli azzurri sono apparsi confusi, meno squadra e più singoli. Ora la situazione si complica. Domani (ore 21) c'è la Macedonia e non è certo uno squadrone ma dopo arriverà la Serbia e lì servirà ben più di un miracolo.









Brava Tania, grande Thomas. Nella giornata di ieri i tuffi hanno regalato emozioni a non finire. Emozioni con la Cagnotto che ha lasciato tutti col fiato sospeso all'ultimo salto. La cinese He Zi era lì pronta a soffiarle ancora il podio, relegandola alla seconda medaglia di legno. Tania, però, non ha mollato nonostante lo stress enorme che comporta giocarsi un mondiale in casa e la frustrazione nel vedere il mostro-Jingjing conquistare l'oro con la stessa facilità con con cui ci si infila le scarpe... Un bronzo scaccia fantasmi e da domani c'è il sincro...
E' il mondiale anche di Thomas Daley il quindicenne inglese che nella piattaforma 10 metri si è messo al collo lo storico oro. Pensare che lo chiamavano scricciolo. Pensare che qualche mese fa fu costretto a lasciare la scuola di Plymouth per colpa dei continua atti di bullismo a cui lo sottoponevano degli idioti adolescenti. D'altronde non si può pretendere che un gruppo di pirla possa provare rispetto per uno che porta al loro stesso paese un oro mondiale...
21.10: sta per iniziare la partita. All'esecuzione degl'inni nazionali per l'Italia c'è stata l'apoteosi. Al nome di Alessandro Calcaterra lo stadio è esploso. Gli ameircani ci credono, sono arrivati secondi a Pechino. Tra loro c'è Wright, ex giocatore della Snc Civitavecchia. La pronuncia inglese degli speaker è orrenda...
Primo tempo. L'atmosfera sugli spalti è allegra, ci sono le cheerleader (molto cheer e poco leader...) e il drappello di tifosi americani si presenta con quattro elementi a petto nudo e scritto: tre compongono la scritta Usa, il quarto ha addosso il simbolo del cancelletto (#). M'inquieto. Il match va avanti abbastanza equilibrato e il tifo è attento finché, nella mia tribuna, non spunta Filippo Magnini e il pubblico femminile lo segue con lo sguardo manco fosse una palla da tennis a Wimbledon. Poi se ne va tra i "noooooo" delle pulzelle che si perdono il 3-2 di Felugo (altro gol azzurro di Sandrone Calcaterra).
Secondo tempo. Un dirigente (credo) della nazionale irlandese cerca di saltare i seggiolini delle tribune ma la notevole stazza per poco non lo fa stramazzare addosso a due inconsapevoli signori... Gli Usa conducono il gioco e il portiere americano Moses para un rigore (sul 5-2) a Gallo. I supporter a stelle strisce iniziano a urlare "Moses! Moses!" Sembra di assistere ad un gospel domenicale...
Terzo tempo. Siamo sempre sotto ma di poco (4-5, finiamo il parziale sul 5-6) ma di gol ne sbagliamo troppi. In tribuna spunta pure Nanni Moretti, ma non suscita sulle signore lo stesso effetto di Magnini...
Quarto tempo. L'Italia fallisce altre occasioni nette da rete e si ritrova sul definitivo 9-8. I tifosi Usa festeggiano. Pure quello col cancelletto disegnato sul petto...

Allora, dopo qualche giorno di assenza eccomi qui. In questo momento mi trovo nella sala stampa dei Mondiali di Roma. Compatibilmente con gli impegni di lavoro cercherò di raccontarvi il mondiale "da dentro" più che altro sotto il punto di vista del folklore (i risultati potete leggerli ovunque). Cercherò di pubblicare foto e, perché no, pure qualche video. Stasera alle 21 c'è Italia - Usa di pallanuoto maschile. Prometto che ve la racconto!!!! A dopo.

Update delle 20.08: sono io col pass, indovinate chi è uno e chi è l'altro...


Adesione all'appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la Internet italiana.





Ospito con piacere un intervento di Andrea Benedetti Michelangeli, giornalista del Messaggero. Sottoscrivo parola per parola...
"No senatore Ignazio Marino, così no.

Per carità, la questione morale nel Pd, in quel che è rimasto dei partiti della sinistra, è non solo importante ma fondamentale. Però legarla al caso dello stupratore seriale no. Ho sempre ammirato la sua nettezza sulle questioni etiche e sto seguendo con curiosità e interesse la sua discesa in campo per la segreteria del Pd, partito che, dopo lunga e sofferta riflessione, mi sono convinto possa essere l'ultima speranza per costruire una grande forza riformista in Italia. Non certo il Pd di questo infausto anno e mezzo; il Pd che sa solo rinvigorirsi per criticare Berlusconi ma che quanto a proposte latita, specie sui temi centrali della nostra società. E infatti non ho ancora avuto il "coraggio" di iscrivermi e neppure di impegnarmi quantomeno come aspirante militante di questa che al momento rimane più o meno un'"Armata Brancaleone".
Finora il suo impegno mi è sembrato confinato ai temi della laicità, il testamento biologico in primis. Però, ripeto, sto seguendo le sue mosse con attenzione per capire se lei possa essere un buon segretario per il partito. Ma la sua ultima uscita mi ha francamente gelato. Lo stupratore seriale di Roma è un uomo malato, dalla doppia vita. E' vero che aveva quella macchia del tentato stupro di 13 anni fa, ma è altrettanto vero che la fidanzata, gli amici, i collaboratori del partito, i vicini di casa, i conoscenti ne parlavano bene. Lei ha ragione quando pone il problema della selezione della classe dirigente del partito, che deve essere attenta e rigida, ma un partito di sinistra non deve avere tra i suoi principi anche quello di accogliere persone che in passato hanno commesso errori, sia pure gravi? E' un principio di solidarietà ed è anche uno dei fondamenti del cattolicesimo, cui lei si richiama (io non sono credente) e che unisce tanti iscritti del Pd.
Allora le chiedo: cosa c'entra mischiare questa dolorosa (da qualunque parte la si guardi) vicenda con la questione morale del partito? Così invece di dare forza alla sua battaglia le toglie vigore. Semmai la si poteva utilizzare per dimostrare come sia fragile il nostro sistema giudiziario e sanitario e come sia facile passare attraverso le sue maglie.
Un'altra cosa non mi piace: secondo me è sbagliatissimo usare questi toni in qualunque campagna elettorale, vieppiù in una campagna elettorale "interna", che deve portare all'elezione di un segretario. Così si rischiano una guerra senza quartiere, un dibattito strumentale, schieramenti con amici e nemici. Proprio quello di cui non c'è bisogno se si vuole costruire una forza nuova, partecipata, solida.
L'unica speranza della sinistra, dicevo, può essere il Pd. Ma per essere speranza il Pd deve discutere, anche in modo crudo, delle sue enormi contraddizioni con sincerità e senza riserve mentali. La corsa alla segreteria deve essere aspra se necessario, ma trasparente e basata su contenuti forti. E soprattutto va dato corpo a un vero partito nel quale se c'è qualcuno che perde non pensi subito a una scissione. Un partito laico, dove il dissenso possa essere palese ma, oserei dire, dove non guasterebbe un pizzico di "centralismo democratico" stile Pci, nel quale una decisione presa a maggioranza venga se non sostenuta da tutti, almeno accettata da tutti.
Occorrono ricette chiare su come affrontare tanti problemi che affliggono un'Italia in profonda e prolungata crisi culturale. Il primo, per me, è quello di creare regole certe e dignitose per l'ingresso delle nuove generazioni nel mondo del lavoro, preoccupandosi di ridurre le differenze, ora enormi, tra chi ha un'occupazione fissa e salvaguardata e chi invece non ha un bel niente. Discussione assolutamente centrale da affrontare anche e soprattutto con i sindacati. E poi ci sono i temi etici, la sicurezza e l'integrazione, una fiscalità più equa, legata anche all'ingresso nel mondo del lavoro, la scuola, l'università e la ricerca su cui lei può dire molto, la questione morale, naturalmente, che riguarda tutto il Paese e parecchio anche il Pd e tutti i partiti di sinistra pieni di carrieristi che lavorano grazie alla politica e non sono per niente al suo servizio. Ma lanciare la questione morale come ha fatto lei rischia di rivelarsi un boomerang. Ci sono vicende che possono essere prese ad esempio per porre al centro dell'attenzione un problema. Questo è stato un pretesto, utilizzato per di più con pessimo gusto.

E' un'opinione, senatore Marino. Se avrà modo di leggerla, spero ne possa prendere atto con serenità, la stessa che mi ha spinto a questo intervento per contribuire a un dibattito che mi auguro senza veli ma anche senza ipocrisie".
Ma non è che stavolta il Giornale di Giordano ha un po' esagerato? La prima pagina intera la trovate qui.



Bravo Damiano Zito, diffondetelo!


L'esame al Senato del Ddl Alfano è slittato a settembre. Dunque lo sciopero dei mezzi d'informazione previsto per il 14 luglio è stato spostato a quella data. Questo quanto dice il comunicato della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.




La Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha deciso stamani la sospensione della giornata del silenzio dell’informazione prevista per il 14 luglio, con astensione dal lavoro della carta stampata il 13 e nelle tv e nel settore multimediale il 14, contro le norme del Ddl Alfano che impediscono il libero esercizio della cronaca giudiziaria e sulla indagini investigative. La decisione è stata assunta dopo la scelta del Senato di riaprire le audizioni in Commissione Giustizia (compresa quella con i giornalisti) per un confronto di merito e di rimandare l’esame del Ddl a settembre e comunque dopo la pausa estiva.


Di qui il dilemma se confermare o meno lo sciopero previsto per i blog. Alessandro Gilioli fornisce una posizione che condivido sui perché si dovrebbe scioperare comunque. Due su tutte sono secondo me importanti. Primo: i blog non sono giornali e dunque, pur condividendo con essi la necessità di lottare per la libertà di espressione, possono comunque far sentire la loro voce senza seguire per forza le scelte dei media tradizionali. Secondo: visti i continui tentativi di mettere bavagli al web ogni occasione per farsi sentire è buona. Quindi perché non protestare il 14 luglio e PURE a settembre?


A questo proposito vi segnalo il sito su cui aderire alle iniziative e su cui confrontarci: Diritto alla Rete. Tra l'altro c'è ballo la realizzazione di un video da caricare su You Tube con le foto dei blogger imbavagliati...


Scopro che il Premio Ischia nella sezione blog è andato a VoglioScendere di Travaglio, Corrias e Gomez. Decisione ineccepibile, checché se ne dica, perché come blog di informazione è uno dei migliori. Il resto della classifica potete trovarlo qui.
Al funerale-americanata-commemorazione di Michael Jackson si sono susseguiti momenti discutibili ad esibizioni musicali di gran livello. Questa di John Mayer merita davvero.



Si chiamano Tafano Broders e con questa canzone le proporrei tranquillamente come presidenti del consiglio...



Ultimo cenno sulla questione Matteo Salvini. Per favore, evitiamo di lodare la sua decisione di dimettersi. Primo: il fatto che lui lo abbia fatto e altri, per cose ben peggiori, no significa solo che Salvini ha fatto il suo dovere. Secondo: se non avesse avuto il "paracadute" dell'Europarlamento secondo voi avrebbe lasciato il posto alla Camera?

Federico Aldrovandi ha avuto giustizia. Questo, almeno, è quello che hanno detto i genitori del ragazzo alla lettura della sentenza del tribunale di Ferrara ha condannato a tre anni e sei mesi i quattro poliziotti accusati di eccesso colposo nell'omicidio colposo di Federico.

Il ragazzo è scomparso, a soli 18 anni, il 25 settembre 2005 durante un intervento di polizia. Un “incidente” che probabilmente sarebbe caduto nell’oblio di insabbiamenti e pseudoverità se la madre di Federico non avesse deciso di aprire questo blog. Un blog che ha fatto il giro d’Italia ed è riuscito ad attirare l’attenzione dei media. Quella che costringe a tirar fuori, generalmente, i fatti.

Nessuno, però, porterà in vita Federico. Questo è uno stralcio della versione della madre di Federico. Il primo post del blog del 2 gennaio 2006


“Mi sono risvegliata che erano quasi le otto.
Ho cominciato a chiamarlo e ad
inviare messaggi. Nulla…
Non era possibile che non rispondesse. Se tardava mi
avvisava sempre. Diceva che lo stressavo ma non voleva farmi stare in pensiero.
Mi aggrappavo all’idea che avesse solo perso il cellulare…
Poi l’ha chiamato
anche suo padre. Sul cellulare di Federico il padre è memorizzato col solo nome,
Lino.
Una voce ha risposto.
Ha imperiosamente chiesto chi fosse al
telefono, ed ha chiesto di descrivere Federico.
Poi si è qualificato come
agente di polizia, ed alle nostre domande ha risposto che avevano trovato il
cellulare su una panchina dalle parti dell’ippodromo e che stavano facendo
accertamenti. Ed ha riattaccato.
Immediatamente ho cercato in Questura, e ho
cercato anche ripetutamente un amico che ci lavora.
Nulla.
Il
centralinista rispondeva: c’è il cambio di turno… non sono informato…, appena
avremo notizie chiameremo noi…
Niente per altre tre ore!!!! Passate
nell’angoscia e nelle telefonate frenetiche agli ospedali, ai suoi amici e di
nuovo ripetutamente alla questura.
Nel frattempo Stefano è accorso in
bicicletta alla ricerca del fratello. Ringrazio il cielo che non sia andato nel
posto giusto.
La polizia è venuta ad avvisarci solo verso le 11. dopo che lo
avevano portato via.
Il suo corpo è rimasto sulla strada dalle 6 alle 11.
E non mi hanno chiamata. Era mio figlio. Nessuno ha il diritto di tenere una
mamma lontana da suo figlio!
E mi hanno detto che lo hanno fatto per me…
perché era meglio che non vedessi.
In quel momento gli ho creduto.
La
polizia ha detto che un’abitante della zona aveva chiamato perché sentiva delle
urla.
Dicevano anche che si era ferito sbattendo da solo la testa contro i
muri.
Questo si è rivelato falso. Smentito dalle verifiche. Federico era
sfigurato dalle percosse”.
Di Matteo Salvini avevo già parlato. Del resto è uno che da sempre riesce a saltare agli occhi per le sue prese di posizione quanto meno sui generis. Il fatto è che il parlamentare (sic! sob!) stavolta s'è fatto beccare con birrona in mano e coro razzista contro i napoletani. Si è dimesso. Una domanda: e Bossi? Borghezio? Castelli? Ecc...

Si parla di gossip con Perez Hilton, libertà d'informazione in Iran ecc...


Ottima iniziativa di protesta di Alessandro Gilioli. Andate e, soprattutto, aderite!

Ecco, io credo che in questa occasione la storica antipatia che la gran parte dei blogger nutre nei confronti dei giornalisti dovrebbe essere messa da parte. Non solo perché il bavaglio in questione colpisce tutti i media, nessuno escluso, ma anche perché il ridicolo obbligo di rettifica inserito nel decreto medesimo andrà a colpire e a soffocare chi blogga, chi twitta, chi immette contenuti nei siti di condivisione e via dicendo. Guido Scorza, che insegna informatica giuridica e diritto delle nuove tecnologie, parla senza giri di parole di «una legge ammazza-internet».

Una giornata di silenzio dei blogger, per protestare insieme ai giornalisti, credo che sarebbe un bellissimo segno.

Oltre a essere un messaggio di maturità di chi pubblica in Rete, ormai affrancato dallo sciocco dualismo citizen vs. main media e consapevole che qui, i media, li si vuole colpire tutti.

Senza dire che il primo “sciopero dei blog” avrebbe un impatto mediatico straordinario - forse perfino superiore a quello dei professionisti.

Mediacoop ha dato vita ad un'importante iniziativa in favore della libertà d'informazione in Iran. Ecco il testo del comunicato e gli indirizzi dei blog da diffondere. Forza!

In Iran è in corso una durissima e sanguinosa repressione di una protesta pacifica e democratica dell'opposizione e del popolo contro il regime. Una violenza brutale. Espulsi giornalisti stranieri, imposta una strettissima censura, silenziati i giornalisti, in quel Paese i cittadini sono tenuti all'oscuro dei fatti e delle ragioni dei pacifici manifestanti. Contro di essi è stata scagliata polizia e milizia paramilitare. Nessuno può restare inerte e volgersi altrove. Facciamo sentire la nostra voce. Diamo voce ai giornalisti di quel Paese. Mediacoop rivolge un appello ai propri associati e a tutto il mondo dell'informazione italiano per dare voce ai giornalisti tacitati e a raccontare ciò che ad essi è impedito.

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