Arriva giugno, tempo d’estate e soprattutto di Europei di calcio. Un momento particolare per tutti i calciofili d’Italia e d’Europa ansiosi di vedere partite, sentire commenti, analizzare formazioni. E per questa edizione c’è un’ulteriore valva di sfogo con un canale creato ad hoc da You Tube. Si tratta di 23giorni e raccoglierà tutte le testimonianze dei tifosi. Tre gli argomenti: spezzoni di partite, video dei tifosi direttamente dagli spalti e video dei tifosi che guardano le partite o festeggiano in Austria e Svizzera o ovunque stiano guardando la partita. Fico.


Poi voglio segnalarvi un gioco molto divertente che aiuterà tanti, durante le riunioni di lavoro, a mitigare il nervosismo e l’istinto di attaccare al muro il collega. Andate su Macchia Solare (blog nato da poco ma che si preannuncia interessante) e divertitevi.



Su Repubblica spuntano le foto della tribù degli "uomini rossi" dell'Amazzonia armati di lance e frecce per buttare giù l'aereo. Non si finisce mai si scoprire...


Infine un video interessante che può aiutarvi nello scegliere le modalità con cui trattare e selzionare le notizie da pubblicare sul vostro blog. La “lezione” arriva da un esperto Robin Good di Master New Media Italia.


In una commistione tra avvenimenti personali e dell’intero paese oggi vi saluto con due video.

Il primo è del grande Giorgio Gaber con la canzone C’è un’aria

Il secondo è il mitico spezzone di Corrado Guzzanti che fa il Fascista parlando della satira.



Immaginate di trovarvi in mezzo alla strada e di vedere, ad un tratto, una o più persone correre e saltare su muri, pali, scalini e ringhiere come se fossero dei gatti. Dei gatti in fuga. Non spaventatevi probabile che vi troviate di fronte ad una dimostrazione di Parkour.


Che cos’è il Parkour? E’ una disciplina sportiva metropolitana nata in Francia agli inizi degli anni ’80 e che piano piano ha contagiato tante persone. Il nome fu coniato da David Belle (“guru” del Parkour a livello mondiale) nel 1998 e proviene da parcours du combattant (percorso del combattente),


Questo perché la disciplina nasce Georges Hébert, militare francese che alla fine dell’800 diede vita ad un programma di allenamento per soldati che puntasse non solo a a migliorare le prestazioni fisiche ma anche quelle mentali. Insomma sfruttare con il proprio corpo tutto ciò che l’ambiente circostante offre.


“Lo scopo del parkour, quindi, - si legge su Wikipedia - è spostarsi nel modo più efficiente possibile. Per efficiente si intende: sicuro,semplice e veloce. Per distinguere cosa è parkour da cosa non lo è basta pensare ad una situazione di fuga: tutto quello che può tornare utile per fuggire è parkour”.


LINK

www.parkour.it
www.apki.it


Ora, però, basta con le parole e passiamo ai fatti. Godetevi questo video perché è molto divertente.


Alle 14, in diretta, una nuova puntata di "Passaparola" la trasmissione di Marco Travaglio. Potete inviare i vostri commenti e le vostre domande a cui lui risponderà.

passaparola
A Chiaiano sta succedendo di tutto. Ecco alcuni video degli scontri tra Polizia e manifestanti realizzati dalle persone presenti.








Quel 23 maggio faceva caldo, per lo meno a Civitavecchia.


Quel 23 maggio avevo dieci anni. Certi concetti, certe parole, certe scene erano per me poco meno di un grande, confuso e opaco universo incomprensibile.


Quel 23 maggio ero a casa. Tutta la mia famiglia era a casa.


Quel 23 maggio entrai in cucina e vidi mio padre inchiodato di fronte alla televisione. Da quella scatola uscivano urla, sirene, auto accartocciate come una lattina di Coca Cola vuota. E una strada che c’era. Al suo posto solo cumuli: di terra, di lamiere.


Quel 23 maggio mio padre disse: “Cazzo, hanno ammazzato Falcone”. E il mondo vero mi batté sulla spalla e mi disse “benvenuto”.


Quel 23 maggio 1992 la Mafia si prese la vita di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, e dei tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro.


Quel 23 maggio non lo dimenticherò più.

Dopo Current Tv, arriva una nuova opportunità di espressione per il Citizen Journalism o, più volgarmente detto, il “giornalismo dal basso”. Ed arriva da You Tube.


Si chiama “Citizen News” ed è il nuovo canale informativo realizzato integralmente dagli utenti. Cittadini che si improvvisano giornalisti e forniscono la loro testimonianza su cosa accade nel mondo. Particolare attenzione per i reportage e i servizi giornalistici sulle realtà locali oppure sugli aggiornamenti dei team universitari di ricercatori sulle loro ricerche. Senza dimenticare, ovviamente, il fattore “nel posto giorno al momento giusto”.


Per maggiori informazioni potete consultare il Corriere della Sera.


Questo, infine, è il video di presentazione di “Citizen News”.




Di per sé è uno spazio piccolissimo. Appena undici metri. Eppure ci si può perdere, regalando ad un altro un sogno che fino a pochi secondi, anzi metri, era tuo.


E’ successo John Terry nella finale di Champions League tra Chelsea e Manchester United vinta dai Red Devils proprio ai rigori. E nel mondo dei miliardi, fatto di assegni a nove zeri anche quando non vinci un tubo, ecco che vedere un capitano (figura caduta nell’oblio dei loghi e business) piangere e disperarsi perché la Dea Bendata ha deciso di voltargli le spalle nel momento decisivo fa un certo effetto.


Uno scivolone grottesco, inatteso. Quasi come se il destino, beffardo come non mai, avesse d’un tratto deciso di macchiare la carriera di Terry marchiando con un doloroso fuoco la serata moscovita.


Il cuore nel calcio, però, ha un valore che esula dal risultato. Si può essere vincitori anche perdendo?

L’ho rivisto qualche giorno fa, quasi per caso, e ancora una volta mi sono venuti i brividi. Probabilmente sarà così ogni qualvolta ascolterò “Qualcuno era comunista” del grande Giorgio Gaber. Voglio condividerlo con voi. Buona emozione.

Da quando ho iniziato l’avventura di questo blog raramente, per non dire mai, ho parlato di me o del mio lavoro. Non mi piace e, francamente, non credo che vi interesserebbe molto. Però per questa volta farò un’eccezione perché, mio malgrado, sono stato protagonista di un avvenimento più unico che raro: un arbitro che caccia dal campo un telecronista a partita in corso.


I fatti. Ieri, allo stadio del nuoto di Civitavecchia, si stava disputando l’ultima giornata di campionato della serie A2 di pallanuoto femminile tra la squadra di casa, la Cariciv Coser, e il Livorno. Me ne stavo cacchio cacchio a bordo vasca con il mio microfono a farmi la telecronaca per TeleCivitavecchia quand’ecco che il direttore di gara, signor Callini, all’inizio del quarto ed ultimo tempo si “accorge” che io sono lì e mi manda via. Proprio così, l’unico giornalista al mondo penso (e spero…) che viene cacciato senza alcun motivo da un arbitro. Non stavo, questo ci tengo a dirlo, né urlando, né inveendo e tutto questo è testimoniato dalle immagini del video che (da buon figlio di…) ho piazzato su Rompiblog Channel.


Il resto ve lo risparmio perché è meglio che ve lo vediate di persona…





Spero che vi siate divertiti. Inutile dirvi che il video sta facendo il giro d'Italia tra gli addetti ai lavori. Questo è stato il mio corsivo apparso su www.trcgiornale.it


Ci mancava solo questo. Dopo una breve, e mediocre, carriera da giovane calciatore, senza nemmeno un’espulsione, mai avrei pensato che un giorno sarei stato “cacciato” da un arbitro (per di più di pallanuoto) mentre stavo facendo una telecronaca. Cioè mentre stavo facendo il mio lavoro. Ma il signor Callini ha avuto il merito di concedermi questa ebbrezza. Grazie. Certo è che in anni di telecronache, quasi tutte rigorosamente a bordo vasca, nessun direttore di gara (neanche quelli internazionali, cosa che Callini non è) anche a largo Galli (per i lettori del blog: vecchia piscina di Civitavecchia), dove lo spazio poteva essere oggettivamente più angusto, si è mai sognato di mandare via i giornalisti. Al massimo è accaduto, assai sporadicamente, che un arbitro controllasse i tesserini dell’Ordine dei Giornalisti per sincerarsi dell’effettiva identità. E, comunque, tutto questo avveniva prima dell’inizio della partita. Callini, invece, si è accorto della mia presenza all'inizio del quarto tempo (che tempismo...) sentenziando la mia uscita, per giunta a telecronaca in corso come testimoniano le immagini. Tutto ciò senza rispetto del lavoro altrui e, tutto sommato, senza motivo considerando gli ampi spazi della vasca dello stadio del nuoto e che il sottoscritto era sul lato opposto a quello del direttore di gara. Al di là del protagonismo, comunque, è meglio prenderla con un sorriso.

Alla prossima signor Callini. A bordo vasca.

Dam. Cel.


Come se non bastasse, a rendere la situazione ancora più comica c'è stato il fatto che, proprio ieri, è stato nominato presidente degli arbitri italiani di pallanuoto un "fischietto" di Civitavecchia che conosco. Oggi l'ho intervistato e gli ho fatto vedere le immagini. Ci siamo fatti una bella risata, ma mi sa che al direttore di gara gli toccherà una bella tirata d'orecchi... Tiè.
Un documentario tagliente, un pugno nello stomaco degli spettatori. Questo è “Biutiful Cauntri” il film realizzato da Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero che fornisce uno sguardo preciso (quanto drammatico) su uno degli scandali italiani più grossi degli ultimi vent’anni: l’emergenza rifiuti in Campania.

Un viaggio aberrante realizzato e montato in modo crudo proprio per scuotere lo spettatore. Di questo ho parlato, insieme agli altri miei compagni di università con i quali sto realizzando un documentario dal titolo “Effetto Notizia”, questa mattina con Esmeralda Calabria incontrata alla Libreria del Cinema di Roma.


Un colloquio lungo e interessante in cui abbiamo analizzato l’argomento sotto tante sfaccettature (ma per saperle tutte dovrete aspettare l’uscita del documentario ;-) ). Prima di tutto: perché un montaggio così crudo? “Perché l’argomento è crudo. Io stessa, in fase di montaggio, rivedendo certe immagini sono stata male, ho sentito una stretta allo stomaco”. Un lavoro che ha portato Calabria, D’Ambrosio e Ruggiero ad entrare in contatto con un problema molto più grande di come lo fanno apparire i media tradizionali. “Si parla di rifiuti normali, come se fossero i napoletani a non saper gettare l’immondizia. Il problema è ben più grande: si parla di rifiuti tossici che provengono da tutta Europa”. E perché è così difficile vedere Biutiful Cauntri al cinema? La risposta è semplice. “Credo che il motivo sia da ricondurre all’argomento. E’ come se non se ne volesse parlare. Non ne parlo, non esiste. O comunque ne parlano in determinati termini. In tv l’ho proposto: l’hanno guardato e poi hanno fatto servizi uguali contattando la stessa gente... Per fortuna alcuni si sono rifiutati: i cittadini si sono stancati dei giornalisti “mordi e fuggi” che parlano del problema tre minuti e poi più nulla”.


Intanto il film sta girando e girerà il mondo: Monaco, Francia, New York. Ovunque sta raccogliendo consensi e sgomento (in Europa ancora si indignano: sono pazzi questi europei). E in Italia? C’è una soluzione a tutto questo? “L’idea che mi sono fatta durante le riprese – conclude la Calabria – è che ci sia bisogno di fare letteralmente tabula rasa e di fare programmi a lungo termine".


LA TRAMA (tratta da Filmscoop)


Allevatori che vedono morire le proprie pecore per la diossina. Un educatore ambientale che lotta contro i crimini ambientali. Contadini che coltivano le terre inquinate per la vicinanza di discariche. Storie di denuncia e testimonianza del massacro di un territorio. Siamo in Italia, nella regione Campania dove sono presenti 1200 discariche abusive di rifiuti tossici. Sullo sfondo una camorra imprenditrice che usa camion e pale meccaniche al posto delle pistole. Una camorra dai colletti bianchi, imprenditoria deviata ed istituzioni colluse, raccontata da un magistrato che svela i meccanismi di un'attività violenta che sta provocando più morti, lente nel tempo, di qualsiasi altro fenomeno criminale.


Esmeralda Calabria (...) è una montatrice e regista italiana. Ha esordito come montatrice nel 1992 e nel 2007 ha diretto il suo primo film, Biùtiful cauntri, insieme ad Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero.

Ha vinto due David di Donatello per il miglior montatore: nel 1999 per Fuori dal mondo e nel 2006 per Romanzo criminale. Nel 2001 è stata candidata per lo stesso premio per La stanza del figlio.


Questo è il trailer del film che comunque è uscito in dvd con libro allegato in libreria.



Ecco, infine, un stralcio dell'intervista da Rompiblog Channel

Un colpo di genio di Angelo Milanetti segnalata dal blog di Monty. Un versione, sicuramente più divertente, dell’ultimo spot dell’Enel.





Quando la sera del 23 aprile del 2006 la trasmissione Report mandò in onda il servizio (che riporto sotto) sullo sperpero di denaro pubblico elargito all’editoria, in molti, me compreso, pensammo che il giorno dopo sarebbe esploso un comprensibile e sacrosanto putiferio.


Invece no. Noi poveri illusi pensavamo che un servizio in cui si dimostrava, dati del Governo ufficiali alla mano, che ogni anno i cittadini finanziano con circa 700 milioni di euro di soldi pubblici gli organi di informazione, sarebbe oggetto di polemiche e, almeno, di una seria riflessione.



Anche perché ciò che si evince dal pezzo è che: giornali ricchi, che non avrebbero bisogno di soldi, prendono cifre astronomiche; giornali di partito (o finti tali) vengono alla luce (e prendono soldi) grazie a fittizi movimenti politici (se pensate che Libero sarebbe in teoria il giornale del Movimento Monarchico...) e, in seguito, alla costituzione di cooperative.



Insomma un intrecciarsi di “inciuci bipartizan” e di corse a chi millanta più copie per ricevere più soldi (e poi o non vanno in edicola o le buttano).



Questo è il video




Domanda:
perchè, oltre al finanziamento ai partiti, c’è bisogno anche di un altro finanziamento agli organi di partito? Perchè non dare soldi ai partiti e poi loro ci fanno quello che vogliono?



Ognuno esprima la propria risposta.



Sull’argomento vi consiglio un libro molto interessate: “La casta dei giornali. Così l’editoria italiana è stata sovvenzionata e assimilata alla casta dei politici” di Beppe Lopez, edito da Rai Eri.

Era solo questione di tempo. Prima o poi doveva accadere. Da oggi Il Rompiblog è ufficialmente su YouTube con Rompiblog Channel.


Si tratta di un canale dalla duplice funzione. Primo: dare libero sfogo alla mia vena velenosa e frustrata, tendente al vilipendio. Secondo: fornire a tutti voi, che ogni giorno visitate il mio blog (a proposito GRAZIE), una carrellata dei video più interessanti e divertenti che si trovano sulla rete.


Dunque, non mi resta che augurarvi una buona visione a tutti e, soprattutto, buon divertimento.


Intanto ecco il primo video targato Il Rompiblog, dedicato al ministro Roberto Calderoli.


E poi un video d’attualità con alcune immagini arrivate direttamente dalla Cina dove nei giorni scorsi, purtroppo, si è scatenato un violento terremoto. Guardatele perché sono impressionanti.


Ormai è diventato un canovaccio fin troppo usuale. Marco Travaglio va in televisione, rende nota qualche magagna di uomini politici, la politica (tutta) insorge, la Rai si appecorona.


Ormai non c’è nemmeno più bisogno che qualcuno alzi il telefono. In Rai si dissociano e si scusano a prescindere a causa della “sindrome da 90 gradi” che ti forniscono in dote non appena entri a viale Mazzini.


Il bello è che Travaglio ha parlato di Schifani ricordando come l’attuale Presidente del Senato nel passato abbia avuto contatti con uomini poi condannati per Mafia. Cliccare qui per la storia di Schifani tratta da "Se li conosci li eviti".


Apriti cielo. Tutti contro Travaglio, Fazio compreso che si è “coraggiosamente” dissociato scusandosi in Tv ieri sera.


Gasparri ha parlato di attacco intollerabile, il Pdl ha detto di voler prendere provvedimenti (e figurati…), Angela Finocchiaro (PD) ha rivendicato l’uso del contraddittorio (?).


Allora andiamo con ordine:

1) Nessuno, in questo marasma, si è preso la briga di affrontare un problema ben più grande, cioè che la seconda carica dello Stato ha avuto contatti (fossero pure stati compagni di squadra di calcetto) con uomini mafiosi. Situazione per cui, in un paese civile quale l’Italia non è, un uomo politico avrebbe dovuto rendere conto ai cittadini dando spiegazioni per una questione di ETICA E MORALITA’.

2) Probabilmente sabato Travaglio ha un po’ esagerato, non perché ha fornito notizie vere su Schifani, quanto per essere spesso uscito dagli argomenti delle domande di Fazio. Però, anche in questo caso, in Italia siamo fenomeni. Negli altri paesi uno parla, se uno si offende lo denuncia e basta. Qui si interviene sulla tv pubblica per fare il porco comodo che si vuole.

3) Anche in questa vicenda emerge palesemente il motivo per il quale il centrosinistra in questi anni non è riuscito a sfruttare tutti gli assist per attaccare Berlusconi e il centro destra. In un mondo normale l’opposizione si sarebbe opposta all’elezione a presidente del Senato di un personaggio entrato in contatto alla Mafia. Invece la Finocchiaro parla di necessità di contraddittorio. E veniamo all’ultimo punto.

4) Il contraddittorio se lo sono inventato i politici e i "giornalisti – addetti stampa" disseminati in Rai. Se io dico che uno ha avuto contatti con la mafia ed è vero (perché è vero) che contraddittorio deve esserci? Uno che dice che non è vero? Che i giudici sono faziosi? Ma siamo impazziti? Se parliamo di calcio e l’Inter vince 3-0 possiamo discutere sul come ha giocato, ma non sul risultato, o no?

5) Ma, scusate, Travaglio infama e Sgarbi, che a momenti bestemmia in diretta, è un santo?



L’argomento è tornato agli onori della cronaca in Italia a causa della tragica morte di Nicola Tommasoli il ragazzo ucciso, senza alcun motivo, a calci e pugni a Verona da un gruppo di Skinheads.


Bene, guardando Current Tv mi sono imbattuto in un reportage di Christof Putzel, bravissimo giornalista, che ha raccontato cosa succede in Russia dove il fenomeno dei naziskin è molto esteso e, soprattutto, senza alcun controllo.


Questo è il video, dal titolo “From Russia With Hate”, è in inglese ma se non lo parlate non preoccupatevi perchè le immagini sono fin troppo eloquenti.



Girovagando, anzi blogvagando, tra i siti a me più cari in queste ultime 24 ore mi è capitato di imbattermi in notizie e video interessanti.


Ho riso e riflettuto, infatti, su un invito di Diego Garcia Blog, rivolto a tutti noi, ad essere UTENTI e non UTONTI. Gioco di parole arguto e quanto mai azzeccato visto che quello di cui facciamo parte, blogosfera o chiamatela come vi pare, è una risorsa importante. Importante per noi. Importante per gli altri che possono entrare in contatto con realtà diverse e un modo di fare informazione diverso. Se sia o meno il modo più giusto o più obiettivo, francamente, non so dirlo. Certo è che la rete, i bloggers, possono rappresentare un ulteriore tassello nel nostro percorso di cittadini.


Continuando il mio peregrinare ho visto la nona ed ultima (speriamo solo per ora) puntata di Tolleranza Zoro, brillante e divertentissima trasmissione in onda su YouTube a cura di Diego Bianchi, autore del blog Zoro. Eccola.


Abbiamo parlato, infine, dell’informazione. Ci siamo tante volte interrogati sui media italiani. Bhè, Marco Travaglio nella puntata di Anno Zero di questa settimana replica alle accuse dei giornali nel dopo – Sgarbi. Analisi precisa, reale. Come sempre.


A-E-I-O-U-IPSILON!!! Altra eroica ma non vincente (nun sia mai...) impresa del Montenegro che giovedì sera è sceso di nuovo in campo al Leopoli per affrontare niente popò di meno che il Brasile.


Partita già segnata in partenza da due etichette. Quella loro: molto forti. Quella nostra: discretamente pippe. Ciò nonostante il match comincia con una grande vena d’ottimismo al grido di “regà limitamo i danni!”. E il giochetto funziona visto che per circa metà primo tempo i carioca non vanno a segno. Poi 1-0, 2-0, 3-0. Una sequela che taglia le gambe, ma il Montenegro di mister Spatarovic non demorde e spinto da un ritrovato Cardacciovic arriva all’intervallo sul 3-1.


E all’inizio della ripresa succede l’impensabile. Segniamo. Un’altra volta! Autore della rete l’uno e trino Spatarovic che dopo aver sfaciolato (definizione dal Devoto – Rompiblog: lisciare clamorosamente la sfera non segnando una rete praticamente già fatta...) riprende il pallone e con nonchalance buca la porta di tacco. “Era tutto calcolato” dirà alla fine tra il silenzio generale seguito da “ma vaff...” collettivo.


Ma, come detto, il Brasile è più forte così verso metà del secondo tempi i verdeoro si portano sul 7-2 con la rete del definitivo 7-3 di Di Sabatinovic.


LE PAGELLE


Pizzabioccavic 6,5: sempre pronto salvare il salvabile anche quando arrivano tiri in continuazione. E’ giovane, ma lo stare a contatto con i giocatori del Montenegro non aiuta. Bruciato.


Salvatic 7: che perno. Se la difesa funziona è principalmente per merito suo. Alla fantasia carioca lui risponde con il genuino granito montenegrino. D.o.c.


Cardacciovic 7,5: lasciato in panchina dal mister (in campo al posto suo...) una volta entrato cambia la partita creando gioco e segnando. Nel finale si perde un po’. Furetto.


Celestinovic 6: stanco, assonnato. Si limita a controllare. Grigiume.


Spatarovic 6,5: segna di tacco, rimediando ad una pregevole svalvolata e millanta di averlo fatto di proposito. A Fanatico!


Di Sabatinovic 6,5: corre, si impegna, crea gioco. Una buona prova per lui. Stantuffo.


Ragonic 7: Sulla sinistra è un fiume in piena e, cosa non di poco conto nel Montenegro, è l’unico che si prende la briga di tirare. Impavido.


Biancovic 6,5: il capitano è il capitano e dunque non si tocca. Anche quando al momento del tiro, per due volte, si perde il pallone per strada... Intoccabile.


Ora anche tu puoi dire la tua. Si è presentata con questo slogan Current Tv, la tv del vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore, da ieri ufficialmente in onda su Sky sul canale 130.


Teatro Ambra Jovinelli gremito in ogni ordine di posto, ieri, con tantissimi bloggers arrivati di gran carriera da tutta la Penisola per assistere dal vivo ad un avvenimento che, in qualsiasi modo lo si voglia vedere, rappresenta una tappa importante nel cammino (tortuoso) dell’informazione italiana.


Già, perché con Current Tv l’informazione la faranno i cittadini, la faremo noi in piena sintonia con quello che gli scienziati chiamano “Citizen Journalism” e che i profani chiamano molto più semplicemente “giornalismo dal basso”. Sarete voi, anzi noi, ad inviare i video e soprattutto a scegliere sul sito www.current.it quali servizi andranno in onda. Un processo di “democratizzazione dell’informazione” così come lo stesso Al Gore lo ha definito ieri di fronte alla platea.


L’INCONTRO - Come cittadini dobbiamo salvare la democrazia – ha detto - e questo è uno dei modi per farlo. L'Italia è un paese con una grande cultura dell'immagine”. Ed è per questo che ha scelto il nostro paese come prima nazione non anglosassone. “Credo nella creatività e nella voglia di un pubblico sofisticato come quello italiano”. Chissà se c’entra anche il fatto che siamo al 66esimo posto nella classifica sulla libertà d’informazione...

Sulla libertà di Current Tv. “Il filtro sociale – ha proseguito Gore - è molto più rigoroso rispetto a quello di un editore. Siccome è il pubblico a scegliere le notizie non ci sarà questo tipo di problema. Potremo avere un controllo sull'informazione. Nessuno potrà censurare nulla, anzi speriamo che questo accada per poter mandare in onda il filmato e far impennare lo share... Noi rispondiamo solo a voi”. E Berlusconi? E la situazione dell’informazione italiana? “Current – ha risposto - non si piegherà mai al volere del governo o di una corporation”.


VOX POPULI – Ho già accennato alla folta presenza all’Ambra Jovinelli: giornalisti, curiosi ma soprattutto bloggers desiderosi di saperne di più. E facendo un giro di opinioni (con i colleghi e il coordinatore del progetto dell’università La Sapienza con cui sto realizzando un docufilm sull’informazione italiana) gli animi erano molto simili con una grande fiducia attorno al progetto Current. Le uniche differenze si sono avute alla mia seguente domanda: secondo te, il giornalismo dal basso, può realmente garantire una maggiore obiettività? Le risposte sono state condotte su due filoni: “si” e “abbastanza, ma servono più come integrazione”.


PERSONAGGI “IN VISTA” – Tanti i volti noti che hanno presenziato alla kermesse tra cui Marco “Monty” Montemagno esperto del web e conduttore della trasmissione su SkyTg24 “Reporter Diffuso” che parla, guarda un può, dell’informazione fatta dai bloggers. Personaggio davvero molto simpatico che si è lasciato intervistare senza problemi. “L’arrivo di Current Tv in Italia – ha detto – rappresenta un momento importantissimo per tutti i bloggers. Vederne così tanti qui oggi è veramente spettacolare. Oggi viviamo in un mondo in cui qualsiasi persona può raccontare agli utenti del suo blog cosa accade attorno a lui attraverso un semplice telefonino o un portatile. Questa è una conquista per la democrazia”. E proprio Montemagno, sul suo blog, ha raccontato minuto per minuto tutta la giornata. Guardatelo perché ne vale la pena. Erano tanti i bloggers famosi come Diego Bianchi, autore di Zoro. Ecco l’intervista realizzata da www.blogosfere.it



APPENDICE: CORRADO GUZZANTI –
Avevamo finito le interviste, stavamo chiacchierando del più e del meno quando l’ho visto. Ho visto un uomo che camminava scanzonato verso l’Ambra Jovinelli: ciuffo al vento, barbetta incolta, giacca sulla spalla. Era lui: Corrado Guzzanti. All’inizio non ci credevo. Poi ho detto ai miei amici: “ma quello non è....?”. E qui è arrivato il clou. Gabriele, il mio coordinatore, fa: “Ciao Corrado!”. E lui: “O Gabriele come va?”. E si abbracciano. Penso io: minkia, lo conosce. Così: presentazioni e chiacchierata. Con Corrado Guzzanti.


Che giornata.



Ecco lo squadrone di Silvio Berlusconi (nella foto la mia faccia quando l'ho letto) con dodici ministri con portafoglio e nove senza.

Dodici i ministri con portafoglio: Alfano (Giustizia), Maroni (Interni), Scajola (Attività Produttive) La Russa (Difesa) Tremonti (Economia), Frattini (Esteri), Matteoli (Infrastrutture), Prestigiacomo (Ambiente) Sacconi (Welfare), Bondi (Beni Culturali), Gelmini (Istruzione), Zaia (Politiche Agricole).


Nove i dicasteri senza portafoglio: Vito (Rapporti con il Parlamento), Bossi (Riforme) Calderoli (Semplificazione) Ronchi (Politiche Comunitarie), Fitto (Affari Regionali), Brunetta (Funzione Pubblica), Rotondi (Attuazione del Programma), Meloni (Politiche Giovanili), Carfagna (Pari Opportunità).


Bondi ai Beni Culturali... Calderoli alla Semplificazione (che vorrà dire poi... anche perché è un ossimoro!)....


Che dire... Come dicevano due comici a Ciro qualche anno fa: Pessimismo e Fastidio... Pessimismo e Fastidio...

Ha iniziato il suo cammino negli States e poi si è espansa in Europa anche se sempre in nazioni di lingua inglese. Domani, invece, Current Tv, l’emittente creata da Al Gore, ex vicepresidente Usa, sbarca per la prima volta in un pese non anglofono e lo fa in Italia dove inizierà a trasmettere sul canale 130 di Sky oppure sul sito www.current.it.


Presentazione ufficiale domani alle 14,30 al Teatro Ambra Jovinelli di Roma con un puntuale resoconto in serata (al più tardi il giorno successivo) su Il Rompiblog.


Ma cos’è esattamente Current Tv? Il canale sarà in onda 24 ore su 24, con almeno sei ore di diretta al giorno, ci saranno notizie e approfondimenti, sulla cultura giovanile e su importanti eventi internazionali. I contenuti saranno prodotti dal basso, dagli spettatori del programma. Qualsiasi persona potrà inviare un video al sito, ma la pubblicazione non è automatica: la redazione di CurrentTv (20 addetti, in Italia, contro i 400 degli Usa) selezionerà solo quelli adeguati alla linea editoriale. Su Sky andranno sia i migliori video pubblicati online sia altri ad hoc, realizzati da alcuni utenti con cui CurrentTv ha stretto un rapporto di collaborazione (retribuito).


Buona visione


"Briatore pensa a Zinedine Zidane come allenatore del Queen’s Park Rangers". Quando ho letto la notizia ho sorriso. Non tanto per la news di mercato, quanto per i ricordi che sono affiorati inesorabilmente nella mia testa nel rileggere quel nome. Quello di Zizou.


Come spesso accade nella vita di un uomo, special modo se di successo, un’azione negativa può accompagnarti per sempre adombrando tutto ciò che di buono hai avuto il privilegio e la fortuna di creare nella tua carriera. Così, in molti ricordano la testata a Materazzi nella finale del Mondiale: conclusione sicuramente indegna per la carriera di un poeta del calcio.


E pensare che Zidane di opere che ha composte tante con un piede e un pallone al posto di mano e penna. Creazioni che hanno lasciato un marchio indelebile nel cuore di uno juventino reo-confesso (ma prima di tutto amante del calcio) come me.


Questo perché Monsieur Zizou aveva qualcosa di speciale: il tocco di palla, la fantasia e quell’andamento dinoccolato di chi sembra poter perdere il controllo della sfera da un momento all’altro, o peggio ancora di cadere. Quell’espressione evasiva e falso-distratta di chi sa che tra poco ti umilierà facendo passare il pallone in posti che non potevi lontanamente immaginare...


Per questo l’idea di vederlo in piedi di fronte ad una panchina intento a distribuire indicazioni mi ha lasciato spiazzato. Perchè per me Zidane resterà l’uomo di grado di fare questo...


Se volete vedere altre magie: eccole.



Per la stampa la libertà è un valore assoluto. Un valore senza il quale scrivere, filmare, raccontare non avrebbe senso. Ed allora il gran chiacchierare attorno allo stato dell’informazione nel nostro paese assume un ruolo importante. Lo dico da giornalista (non si offendano i giornalisti veri, ma sono pubblicista e quindi, in teoria, posso ritenermi della categoria…) preoccupato per una situazione di declino che dura ormai da anni. Anzi, forse il giornalismo italiano non è mai stato totalmente libero (salvo singole eccezioni) e svincolato dal potere politico. Pensiamo alla Rai, alla lottizzazione…


Bene ecco cosa penso dei tre quesiti su cui Beppe Grillo sta raccogliendo le firme per un referendum:

1) Finanziamenti pubblici ai giornali. Non devono esserci. Un organo di informazione non sarà mai totalmente libero finché sopravvivrà grazie a denaro distribuito dallo Stato. In ogni altra nazione i quotidiani, per la gran parte, vivono di pubblicità e dei soldi ricavati dalle vendite. Ecco, allora, la soluzione. Primo: tetto della pubblicità in televisione (come accade ovunque tranne qui) in modo da dirottare le risorse sia sulla radio che sulla stampa. Secondo: campagna nelle scuole sulla lettura dei quotidiani. E’ vero che l’informazione in Italia fa pena, ma è altrettanto vero che gli italiani non leggono il giornale. Soprattutto i giovani. Parlo da collaboratore di un quotidiano che riceve soldi dallo Stato.

2) Abolizione dell’Ordine dei Giornalisti. Grillo dice: siamo gli unici ad avere un Ordine dei Giornalisti. Vero. E’ stato istituito da Mussolini. Falso: l’ordine nasce con una legge negli anni ’60. Comunque non è certo questo il problema. La soluzione è semplice. Se esiste un Ordine (medici, avvocati ecc…) vuol dire che per esercitare una professione devi farne parte. Ma se ti radiano non puoi più esercitare. Ergo: se ci teniamo l’ordine dei giornalisti (che di fatto non serve a niente) se ti cacciano non scrivi più, altrimenti aboliamolo perché a difendere la categoria ci sono già i sindacati.

3) Abolire la Legge Gasparri. Sacrosanto. Una legge assolutamente pro Berlusconi anche a parargli il didietro c’hanno pensato per anni i “capoccioni” del centrosinistra che mai hanno risolto il conflitto d’interessi. Tutto questo nonostante la Corte Europea abbia sancito l’irregolarità della situazione di Rete4 che sta occupando abusivamente le frequenze legalmente acquisite tramite bando pubblico da Europa 7. Per questo pagheremo 300.000 euro al giorno di multa (a proposito leggete la storia per intero).


Ecco, questi sono dei passi importanti da compiere per riuscire a raggiungere una vera libertà di stampa. I giornali di parte ci saranno sempre e molti li comprano proprio per quello. E’ anche giusto così. Ma devono esistere giornali liberi, radio libere e tv (soprattutto quella di Stato) libere. Organi di informazioni seri esistono, ma senza soldi chiuderanno e con loro finirà la nostra unica chance di essere informati su quello che ci accade intorno.


Solo così potremo scalare la classifica di Freedom House sulla libertà di stampa che ci vede al sessantacinquesimo posto dopo la Guyana e la Jamaica…

Mare molto mosso, con moto ondoso in aumento


“Si può fare!” ha sempre detto,
ma il novello chierichetto
con la sua giaculatoria
non parlava di vittoria,

ma di far la via più dritta
verso un’epocal sconfitta
del nuovissimo partito
democratico ed unito.

Trionfator delle primarie,
essenziali, necessarie
per spazzar le oligarchie,
con tre splendide magie

ha già reso morituro
il partito del futuro.
Con Rutelli in tutti i modi
delegittimando Prodi

ne ha causato la caduta
con la prospettiva astuta
di alleanze “nuovo conio”:
“A sinistra c’è il demonio

mentre a destra c’è Casini
con i suoi caltagirini!”
Formalmente fu Mastella
a cacciare Mortadella,

ma è in realtà grazie al Pd
che il governo suo finì.
Dopo il primo risultato
lo stratega si è esaltato:

“Senza lacci né lacciuoli
andiam liberi, non soli!
Procediam senza alleanze
verso i sogni e le speranze

di un bellissimo futuro.
Basta al muro contro muro,
al conflitto d’interessi,
alle accuse ed ai processi,

alle demonizzazioni
del rivale Berlusconi!”
Poi si sa com’è finita:
la Sinistra è, ahimé, sparita

e i tre voti presi lì
non servirono al Pd
che dal Centro, dove andò,
nessun voto raccattò.

Può bastare? No, perché
dopo il due vien sempre il tre
ed il boss del Pd in coma
come sindaco di Roma

ha voluto il baciapile
galoppino vescovile
che a sinistra, ben si sa,
neanche un voto prenderà.

E distrutto fu Rutelli…
Da tre mosse tre sfracelli
Mentre a destra s’alzo il canto:
“Walter sia subito santo!”

Sembrerebbe sufficiente
per far incazzar la gente,
ma non è finita qui
la rovina del Pd.

C’è una barca con D’Alema
che col baffo al vento rema
per salvarlo dal naufragio.
“Cristo, manda un nubifragio!”

Carlo Cornaglia


Oggi è il primo maggio, festa dei lavoratori. Una festa celebrata in Italia ma anche in molti altri paesi del mondo. E, soprattutto, una festa di cui nel nostro paese non tutti conoscono le origini. Ed allora, come regalo del Primo Maggio, voglio fornirvi questo sunto tratto da Wikipedia. BUON PRIMO MAGGIO A TUTTI!

ORIGINI DELLA FESTA DEL PRIMO MAGGIO


Più precisamente, con essa si intende onorare le battaglie operaie volte alla conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore. Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1866 nell'Illinois (USA). La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero approvate anche in Europa.
Convenzionalmente, l'origine della festa viene fatta risalire ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro (Knights of Labor, associazione fondata nel 1869) a New York il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l'evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all' Internazionale dei lavoratori - vicine ai movimenti socialista ed anarchico - suggerirono come data della festività il primo maggio. Ma a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago (USA) e conosciuti come rivolta di Haymarket. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio quando la polizia sparò sui manifestanti provocando numerose vittime. L'allora presidente Grover Cleveland ritenne che la festa del primo maggio avrebbe potuto costituire un'opportunità per commemorare questo episodio. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse risultare troppo a favore del nascente socialismo, stornò l'oggetto della festività sull'antica organizzazione dei Cavalieri del lavoro. La data del primo maggio fu adottata in Canada nel 1894 sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferito a precedenti marce di lavoratori tenute a Toronto e Ottawa nel 1872. In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo.

RIVOLTA DI HAYMARKET


Il primo maggio 1886 (più tardi diventerà la Festa dei lavoratori), i sindacati organizzarono a Chicago uno sciopero per rivendicare la giornata lavorativa di otto ore. Secondo il metro di giudizio del XXI secolo, le condizioni di lavoro in città erano miserabili, con molti operai impegnati nelle loro mansioni dalle dieci alle dodici ore giornaliere, spesso sei giorni alla settimana e a volte in condizioni pericolose. Il 3 maggio gli scioperanti si incontrarono di fronte alla fabbrica di mietitrici McCormick e vennero attaccati senza preavviso dalla polizia di Chicago; l'attacco provocò due morti e molti feriti, e la notizia si diffuse rapidamente tra gli operai della città, seminando non poca indignazione.
Alcuni anarchici locali distribuirono dei volantini che invitavano gli operai ad un presidio ad Haymarket Square per protestare contro il comportamento della polizia, a loro giudizio mosso da interessi, invitando i lavoratori a chiedere giustizia. Pare che uno dei volantini invitasse esplicitamente a rispondere con le armi, ma risulta che ne furono distribuite solo poche copie.

IL PRESIDIO DI HAYMARKET SQUARE

Il presidio iniziò pacificamente sotto una leggera pioggia il pomeriggio del 4 maggio, con l'anarchico August Spies che parla alla gran folla da un carro al lato della strada. Un folto numero di poliziotti in servizio controllava il presidio dalle vicinanze, e secondo molti
testimoni oculari Spies affermò di non voler fomentare nessun genere di reazione da parte degli scioperanti. La folla era così calma che il sindaco Carter Harrison (che si fermò a dare una controllata) pensò di andare a casa presto, non rilevando nulla di anomalo. Improvvisamente però la polizia ordinò alla folla di disperdersi, cominciando a marciare in formazione verso il carro degli oratori. Fu a quel punto che un piccolo ordigno fischiò sopra le teste dei passanti, atterrando vicino alla prima linea della polizia uccidendo un poliziotto, Mathias J. Degan. A quel punto la polizia aprì il fuoco sulla folla, ferendo dozzine di persone e uccidendone undici, fra cui sette agenti colpiti dal fuoco amico; molti dei feriti ebbero paura di ricevere cure ospedaliere, temendo l'arresto. (in foto: Cimitero di Waldheim, Chicago nel maggio 1986 durante le cerimonie commemorative del centesimo anniversario della Rivolta di Haymarket ).

PROCESSO, ESECUZIONI E GRAZIE


Otto persone collegate direttamente o indirettamente
con la protesta e i suoi organizzatori anarchici furono accusati della morte di Degan. August Spies, Albert Parsons, Adolph Fischer, George Engel, Louis Lingg, Michael Schwab, Samuel Fielden e Oscar Neebe. Cinque di loro (Spies, Fischer, Engel, Lingg e Schwab) erano immigrati tedeschi, mentre un sesto, Neebe, aveva origini tedesche. Il processo fu presieduto dal giudice Joseph Gary. La difesa includeva Sigmund Zeisler, William Perkins Black, William Foster, e Moses Salomon. Non fu portata alcuna prova del collegamento tra gli imputati e il lancio della bomba, ma venne affermato che la persona che lanciò l'ordigno sarebbe stata incitata a farlo dagli imputati, i quali di conseguenza erano da considerarsi responsabili. La giuria emise verdetti di colpevolezza per tutti e otto gli imputati, con condanna a morte per sette di loro. Neebe (che sembrava essere stato praticamente dimenticato) ricevette una condanna a 15 anni di reclusione. La notizia della sentenza si diffuse rapidamente tra i circoli operai, scatenando manifestazioni in tutto il mondo e rendendo i condannati delle personalità politiche a livello internazionale, così come degli eroi, fino ad essere definiti i Martiri di Chicago. Cimitero di Waldheim, Chicago nel maggio 1986 durante le cerimonie commemorative del centesimo anniversario della Rivolta di Haymarket Alla conclusione dei processi d'appello il governatore dell'Illinois Richard James Oglesby commutò le sentenze capitali di Fielden e Schwab in ergastolo. Alla vigilia dell'esecuzione Lingg si suicidò nella sua cella accendendosi un sigaro pieno di dinamite, introdotto clandestinamente. L'esplosione gli portò via mezza faccia e, essendo sopravvissuto alla deflagrazione, dovette patire un'agonia di diverse ore prima di morire. Il giorno seguente, l'11 dicembre 1887 Spies, Parsons, Fischer, e Engel vennero impiccati insieme di fronte ad alcuni spettatori; i condannati non morirono immediatamente, ma soffocarono lentamente, lasciando il pubblico visibilmente scosso. August Spies, prima di essere ucciso, pronunciò la celebre frase "verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che strangolate oggi". Lingg, Spies, Fischer, Engel e Parsons vennero sepolti nel German Waldheim Cemetery di Forest Park, un sobborgo di Chicago (così come Schwab e Neebe, quando morirono). Nel 1893 venne innalzato il monumento ai martiri di Haymarket, ad opera dello scultore Albert Weinert; l'opera venne in seguito dichiarata National Historic Landmark dal Dipartimento dell'Interno degli Stati Uniti, unico monumento funerario a ricevere tale onorificenza. Il 26 giugno 1893 il governatore dell'Illinois firmò i provvedimenti di grazia per Fielden, Neebe e Schwab, dopo aver constatato l'innocenza di tutti e otto gli imputati. Questo gesto segnò la fine della sua carriera politica. Il comandante di polizia che ordinò di disperdere la folla fu in seguito condannato per corruzione, ma per eventi slegati dalla Rivolta di Haymarket. L'attentatore non fu mai identificato, sebbene alcuni anarchici indicarono privatamente di essere venuti a conoscenza della sua identità, ma di volerla tenere nascosta per evitare altra violenza e altri morti. Il processo viene spesso indicato agli studenti come uno dei più gravi casi di malagiustizia nella storia degli Stati Uniti d'America.