Sembrerà strano ma la prima parola che mi è venuta in mente riflettendo su un ipotetico post di fine 2011 su questo blog è stata "scusami". Perché al Rompiblog.com devo delle scuse per la mia assenza costante negli ultimi dodici mesi, soprattutto nella prima parte. Ho aggiornato poco, spesso frettolosamente fatta eccezione degli ultimi mesi in cui ho ritrovato lo spirito giusto. 

Non scrivevo perché, semplicemente, non avevo nulla di interessante da dire. O almeno la pensavo così. Poi però mi sono reso conto che questo spazio, nonostante la carestia che attraversava, veniva comunque visitato, mi arrivavano comunque email e messaggi "ma perché non scrivi più? Vogliamo leggere!" Quindi l'esordio è per il blog: scusami. 

Ho ripreso i ritmi di dell'anno scorso e non mi voglio fermare. In tutto questo tempo mi ritrovo con una laurea in più che ha poi portato alla nascita di un nuovo libro che ho avuto l'onore di presentare nella mia città durante il festival "Un mare di lettere". Ho portato ancora "Cronaca di un legame di sangue" in giro e sparso qualche racconto qua e

Ho letto tanto, ma meno di quanto avrei voluto. Questo, però, succede sempre.

Ho visto la qualità lavorativa del mestiere che faccio cadere sempre più giù, con i diritti di chi non ha il contratto di ferro calpestati come insetti. Ma ho visto anche tanti colleghi alzare la testa e dire basta. E questa è una buona cosa. 

Ho conosciuto persone nuove di cui avrei fatto volentieri a meno e altre che invece sono di quelle da tenere sempre vicino perché ne vale la pena.

Tra qualche ora sarà il 2012 e di novità ce ne sono. Qualche presentazione in giro, qualche altro racconto sparso e un'avventura lontano dall'Italia.

Ma soprattuto l'augurio a tutti voi di un felice anno nuovo. 

Per le novità de IlRompiblog.com c'è ancora tempo. Il 2 gennaio questo blog compie quattro anni e gli annunci si faranno durante la sua "festa". 

Glielo devo, no? 
  
Pubblicista in via di estinzione? Pare di no, anche se la paura è stata parecchia. In questi giorni si sono susseguiti sul web una serie di articoli e di interventi che lasciavano poco scampo. Si parlava di abolizione dell'Albo dei Giornalisti Pubblicisti entro il 13 agosto del 2012. Comprensibile la strizza di molti, compreso il sottoscritto. 

Oggi, però, è intervenuto il presidente dell'Ordine Nazionale Enzo Iacopino a placare gli animi, smentendo categoriamente la notizia.

Però Iacopino dice anche: "Sia chiaro, non so come finirà. So che non accetterò la mortificazione di questa professione con la penalizzazione dei colleghi pubblicisti.

Quindi massima attenzione, che è meglio. 

Ieri, tra l'altro, lo stesso Iacopino ha donato una tessera al Presidente del Consiglio Mario Monti. Di seguito l'intervento.



La foto del bacio durante gli scontri di Vancouver è secondo me l'immagine di cronaca più bella scattata durante questi dodici mesi. Vi si trova di tutto in una commistione tra paure intime e contesto storico che si intrecciano alla perfezione come solo uno scatto fotografico può fare. 


Una carrellata degli scatti dell'anno la trovate qui.


È STATA l'ultima volta che l'ho visto, era il 6 dicembre scorso, le 11 del mattino e lui stava seduto alla sua scrivania, pallidissimo, il volto scavato con le ossa della fronte, degli zigomi e delle mascelle coperte dalla pelle e gli occhi fissi davanti a sé che guardavano il vuoto. Gli chiesi se avesse dolore in qualche parte del corpo, rispose "No, nessun dolore". "Questo è un buon segno  -  gli dissi mentendo  -  ma come ti senti?", mi guardava senza alcuna espressione, poi la bocca accennò un sorriso. La risposta fu "non ci sono". La moglie Silvia si era seduta accanto a lui, gli carezzò lievemente la guancia e quasi per cambiar discorso disse: "Per pranzo gli ho preparato la luganiga, gli piacciono quelle salsicce cotte nel vino". "Ma le può mangiare?", "Le assaggia".

Gli domandai se leggeva i giornali. Rispose: "Non c'è niente da leggere". Insistei: "La politica ti interessa sempre?". Rispose: "Non c'è politica". Poi fu lui a chiedermi: "Tu come fai a scrivere ancora?". Risposi che il mestiere, se lo hai imparato fin da ragazzo, è lui che ti porta sulle spalle e tu vai avanti senza fatica. Lui commentò "per me il mestiere non c'è più, se n'è andato prima di me ma l'attesa ormai sarà breve". Poi si voltò verso Silvia e lei mi disse che era stanco. Mi alzai, andai verso di lui e ci baciammo. "Tornerò presto". "Non
mi troverai, non venire, sarebbe inutile".

Anche stavolta Giorgio Bocca aveva visto la notizia prima di tutti. Purtroppo. 

E anche questo Natale il Rompiblog se la spassa. Auguri a tutti!

(immagine AliceU)

Sono 66 i giornalisti uccisi e poco più di un migliaio quelli arrestati nel corso del 2011, anno della "primavera araba" e delle contestazioni in diversi Paesi, dalla Grecia agli Stati Uniti. È il bilancio stilato, e reso noto ieri, dall´ultimo rapporto di Reporter senza Frontiere. L´organizzazione per la difesa della libertà di stampa nel mondo ha anche individuato per la prima volta una lista dei luoghi più pericolosi per giornalisti, blogger e cyber-dissidenti. 

Tra questi: la Piazza Tahrir al Cairo, Misurata in Libia, Deraa, Homs e Damasco in Siria, la piazza del Cambiamento a Sanaa in Yemen, Abidjan (Costa d´Avorio), Manama (Bahrein), Mogadiscio (Somalia), il distretto di Khuzdar (Pakistan) e lo Stato di Veracruz in Messico. 

Il numero di giornalisti uccisi nell´ultimo anno è in aumento rispetto al 2010 del +16%. Venti sono morti in Medio Oriente e altrettanti in Sudamerica. Il Pakistan, con dieci reporter uccisi,  è il Paese più a rischio, con più vittime al mondo per il secondo anno consecutivo. Mentre Cina, Iran e Eritrea sono "le più grandi prigioni al mondo per la stampa". 

Nel 2011, quasi 2.000 giornalisti sono stati aggrediti o minacciati (+43%), 71 sono stati rapiti (+39%), circa 500 media sono stati censurati.


Alla Cnn torna d'attualità il dibattito sul ruolo del giornalismo nell'epoca del Citizen Journalism.

Dice l'Ansa:
"I cambiamenti recenti sono dovuti ad un riorientamento delle risorse, non ad un taglio dei costi": con questa motivazione la Cnn ha spiegato una decisione che sta facendo discutere in un momento - che dura ormai da tempo - di forte crisi dell´editoria. Ovvero, il licenziamento di 50 persone, compresi diversi fotogiornalisti e, contestualmente, l´utilizzo sempre piu´ massiccio di iReport la piattaforma di ´user generated content´ che raccoglie i contributi degli utenti. La decisione e´ il risultato di tre anni di analisi da parte della testata che deve aver monitorato la presenza crescente e ´real time´ degli utenti sui social network come Twitter e Flickr e la qualita´ sempre piu´ elevata delle fotocamere e dei mezzi usati per documentare le notizie da parte dei cittadini. iReport e´ una piattaforma di ´citizen journalism´ nata nel 2006 e acquisita dalla Cnn nel 2008. Nel corso del tempo ha messo a segno una serie di scoop, come il video che ha catturato i colpi d´arma da fuochi esplosi durante la strage del Virginia Tech negli Stati Uniti. ´´Video o foto dal pc o dal vostro telefono´´, questo l´invito agli utenti che c´e´ sull´homepage del sito, che e´ un misto tra YouTube e un social network. Basta registrarsi e inviare il proprio materiale per poi ritrovarselo sulla piattaforma, a piena pagina, insieme ai contributi degli altri utenti registrati che sono circa 800 mila (il materiale viene inviato a titolo e´ gratuito). Oltre che sul sito la Cnn valorizza i contributi degli utenti anche in alcune trasmissioni come iReport Cnn, mezz´ora di programma in replica per tre giorni a cavallo del week-end. L´uso massiccio di iReport da parte della Cnn ha aperto un dibattito negli Stati Uniti. ´´Va bene usare il materiale inviato dalle cittadine e dai cittadini soprattutto per le breaking news, dove i fotogiornalisti non sono immediatamente presenti. Ma farlo diventare la parte principale della propria produzione audio-video e´ una scelta di corto respiro´´, dice a Wired.com Tim Rasmussen, della redazione immagini e multimedia del Denver Post.
Oggi è il 21/12/2011 e tra un anno, secondo i Maya, saremo tutti al creatore. Un'occasione unica per un viaggio... 

Come riporta il San Francisco Chronicle, l’agenzia del turismo in Messico prevede di attirare il prossimo anno 52 milioni di visitatori solo nei cinque stati più ricchi di patrimonio Maya. Il Messico, nel suo complesso, prevede di attirare appena 22 milioni di stranieri quest’anno. È la data che viene venduta, il 21 dicembre 2012 e solstizio d’inverno, presentata come un tempo di rinnovamento. Le autorità archeologiche messicane dicono che il riferimento al 2012 sulla lapide di 1300 anni fa segna solo la fine di un ciclo del calendario Maya, ma l’antico popolo non ha mai parlato di apocalisse. “Il mondo non finirà. Si tratta di un’epoca”, ha detto Yeanet Zaldo, un portavoce del turismo per lo stato caraibico di Quintana Roo, originario di Cancun. “Per noi, è un messaggio di speranza”.

Da Giornalettismo 
Da Repubblica.it 

Una giornalista e un cameraman di Telenord, impegnati nella realizzazione di un sondaggio per la rubrica ´La voce´, sono stati aggrediti questa mattina fisicamente e verbalmente, dinanzi a molti testimoni, da Antonio Cassano di fronte ad un bar di Genova Quinto. I due avevano terminato il loro servizio e stavano riponendo la telecamera spenta sul loro scooter quando l´attaccante del Milan è sceso dalla sua auto per avviarsi nel bar. Cassano, convinto di essere l´oggetto delle riprese, si è scagliato contro il cameraman inveendo, pronunciando pesanti ingiurie e spintonandolo. La giornalista ha tentato di spiegargli che stavano svolgendo un altro servizio ma il calciatore ha continuato imperterrito a dare in escandescenze e a pronunciare frasi ingiuriose. Numerosi presenti sono accorsi in difesa della troupe.

Il segretario della Cgil Susanna Camusso è su Twitter. Ormai ogni personaggio pubblico ha deciso di gettarsi nella mischia del "cinguettio". Come sottolinea Ciro Pellegrino: adesso aspettiamo lo zio di Bonanni... A me il fatto che il suo primo tweet sia stato "sono io per davvero" fa un po' tenerezza. Sarà che invecchio. E poi "cerco solo di orientarmi e capire meglio": social network e sindacato non sono poi così diversi... 

 
Ho già espresso su questo blog un giudizio su Google+. Sono in arrivo delle novità come spiega anche Giornalettismo.  
BARRA SLIDER - Google ha aggiunto un cursore nella parte superiore della pagina che interviene quando si visualizza un flusso di notizie proveniente da una categoria particolare. Il cursore ora consente fondamentalmente di regolare il numero di informazioni che devono apparire nel flusso principale della home. Vi interessano più informazioni provenienti da una cerca? Oppure meno notizie? Ora potrete deciderlo in modo semplice.
Però, nel mio profilo le massoniche cerchie restano vuote... 

Leggeri scazzi al Tg di La7 tra i giornalisti e il direttore Enrico Mentana.

"L´Associazione Stampa Romana, d´intesa con il Comitato di Redazione,  ha dato mandato all´avvocato Bruno Del Vecchio di sporgere denuncia per comportamento antisindacale (articolo 28 della legge 300/1970) contro l´emittente La7 e il direttore del Tg Enrico Mentana.
L´Asr, dopo ripetuti tentativi di conciliazione, si vede costretta a questo atto per le ripetute violazioni dell´articolo 34 del Cnlg da parte della direzione del Tg de La7 che si rifiuta categoricamente di intrattenere corrette relazioni con il Comitato di Redazione.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il rifiuto del direttore di leggere nel Tg il comunicato della Fnsi che solidarizzava con lo sciopero dei poligrafici, indetto nell´ambito della mobilitazione di Cgil-Cisl-Uil e Ugl contro la manovra del Governo Monti. Un rifiuto irricevibile e contrario a quanto previsto dagli accordi collettivi di lavoro.
"Non possiamo consentire ad alcuno - afferma il segretario dell´Asr Paolo Butturini - di contravvenire alle regole sindacali. I dati di ascolto o l´innegabile professionalità di un direttore non possono fare da schermo alla violazione delle norme che la categoria, alla quale anche Mentana appartiene, si è data per garantire la propria autonomia e la difesa dei propri diritti.
Ho personalmente e più volte richiamato il direttore del Tg de La7 a un comportamento più conciliante e al rispetto del contratto, mi dolgo che questi richiami siano caduti nel vuoto. Specialmente in questo momento difficile per il Paese e per la nostra categoria in particolare, possiamo discutere molte cose, ma non la tutela dei colleghi e i loro diritti sindacali così come sono normati nel contratto collettivo di lavoro. L´Associazione Stampa Romana resta disponibile al confronto, purchè avvenga all´interno di quelle regole, liberamente stabilite dalle parti, che garantiscono corrette relazioni industriali e professionali". 
La risposta del direttore:

''Sono rituali, che se mai hanno avuto un senso, certo non lo hanno ora. Faccio il giornalista e do notizie per i telespettatori, non leggo comunicati di altri''. Così il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, risponde all'Associazione stampa romana e al Cdr della sua testata che hanno annunciato di averlo denunciato per comportamento antisindacale in quanto ''si è rifiutato di leggere nel Tg il comunicato della Federazione della Stampa che solidarizzava'' con lo sciopero dei poligrafici di Cgil, Cisl, Uil.
''Così come durante il tg non ho mai letto comunicati di Telecom, ovvero del mio editore, non vedo perché - aggiunge - dovrei leggere quelli dei sindacati''.
 ''La Federazione della Stampa non può comportarsi come quelle aziende che pretendono - conclude Mentana – la pubblicazione dei loro comunicati''. (ROMA, 13 DICEMBRE -  ANSA)

Al di là della questione oggetto del comunicato del Cdr resta, di base, il fatto che Mentana un tg intero a La7 fino ad ora non l'ha mai finito... Forse preso dalla foga di stare sulla notizia politica ed economica (meno male per carità, sia chiaro) fatto sta che nei suoi tg serali argomenti come cultura, sport ecc... (che non devono essere l'apertura come nei tg di Minzoli però nell'economia di un tg ci stanno) risultato oggetti smarriti.  

Update ore 14.44. Mentana, per questa storia, ha annunciato le dimissioni. 
(ANSA) - ROMA, 14 DIC - Il direttore del tgla7 Enrico Mentana si è dimesso. Lo ha reso noto egli stesso dopo aver appreso la notizia di “essere stato denunciato alla magistratura ordinaria da parte del Cdr della testata”. (ANSA).

Update ore 15.06. ANSA ''Ieri pomeriggio - ha spiegato Mentana all'ANSA - ho appreso dalle agenzie di essere stato denunciato alla magistratura ordinaria dal mio cdr. Ho atteso 24 ore per verificare eventuali ravvedimenti, che non ci sono stati. Essendo impensabile continuare a lavorare anche solo per un giorno con chi mi ha denunciato, rassegno da subito le dimissioni dalla direzione del Tg La7''. 

Update ore 15.19. Ferrante (Cdr del Tg La7) ad Affaritaliani: "Il cdr non ha denunciato Mentana alla magistratura ordinaria, questo deve essere chiaro". 


Ultimo update, spero. Mentana ritira le dimissioni. Sul Corriere anche il video. 


Pensierino di chiusura. Caro Mentana, che paraculo. Non c'era alcuna denuncia e lo sapeva bene perché il comunicato era chiaro. In più il pretesto della lettura del comunicato è assurdo perché il motivo degli scazzi è che il direttore, come invece prevede il contratto nazionale, non incontra i sindacati da quando si è insediato nonostante le numerose richieste. Quindi caro Mentana, essere direttore comporta responsabilità, privilegi ma anche doveri. Se non si vuole ottemperare a questi ultimi è meglio non fare il direttore.
Oggi il pacco dei giornali che prendo era praticamente la metà. Ieri c'è stato sciopero dei poligrafici che aderiscono a Cgil, Cisl e Uil. Dunque molti quotidiani non sono andati in stampa. Quelli centrodestra sì, ma non è una novità perché lo hanno sempre fatto. 

Il Manifesto ed Europa invece... pure ma hanno fornito (almeno il Manifesto) le loro motivazioni. Ora, Ciro Pellegrino fa una riflessione che consente in parte di comprendere anche a chi non lavora nel mondo del giornalismo quale sia la situazione attuale incastrata tra la tecnologia che avanza e mangia, spesso, posti di lavoro. 
Lo dico e lo ribadisco. Questa donna è un genio
Questo, però, resta il mio preferito.


L'ipotesi è quella di un cartello delle case editrici coinvolte nel procedimento per mantere i costi dei libri digitali  alti e il mercato ristretto con la complicità di Apple.

Oltre al colosso fondato da Steve Jobs sarebbero coinvolte Hachette Livre, Harper Collins, Simon & Schuster, Penguin e Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck.

"In particolare - si legge su Wired.it - Apple è accusata di aver aiutato, con degli accordi aziendali segreti, i cinque gruppi editoriali a tenere alti i prezzi degli ebook in concomitanza del lancio dell’iPad nel 2010. Sotto indagine andranno anche i cosiddetti agency agreements che la casa di Cupertino avrebbe firmato con gli editori. Questi accordi prevedono che sia il publisher stesso a decidere a quale prezzo gli store online debbano vendere i titoli ai clienti. Proprio questi accordi avrebbero causato la scarsa fluidità del mercato: il modello è opposto a quello adottato da Amazon che, al contrario di Apple, acquista gli ebook all’ingrosso, potendo così decidere autonomamente a quale prezzo offrirli ai lettori".
 
Resta il fatto che molto spesso, per non dire quasi sempre, gli ebook venduti soprattutto dai grandi gruppi editoriali in Italia hanno costi che francamente rendono più conveniente comprare la versione cartacea...
 
 
"Giro di vite in Siria contro i filmati e le immagini delle proteste represse nel sangue. A Damasco non piace che, nonostante la totale assenza di giornalisti stranieri, le notizie continuino lo stesso a trapelare grazie agli smartphone che, in mano a qualunque cittadino, consentono di scattare foto e girare video-testimonianza del massacro in atto. Così le autorità siriane hanno bandito l’importazione dell’iPhone, il noto telefono cellulare della Apple, dotato di videocamera e applicazioni per lo scambio di informazioni sui social network. Lo ha riferito ieri la stampa libanese, citando il ministero delle Finanze di Damasco. Secondo il sito Internet ElNashra.com, Damasco ha vietato l’importazione di iPhone, e implicitamente anche il suo utilizzo all’interno del Paese, come misura restrittiva nei confronti dei manifestanti e dei cyber attivisti che da quasi nove mesi invocano la caduta del regime e denunciano una sanguinosa repressione. L’ultimo bilancio dell’Onu parla di almeno 4.000 persone uccise in otto mesi dalle forze fedeli al presidente Bashar al Assad. I media ufficiali attribuiscono le violenze a bande di terroristi armati dai Paesi confinanti e agenti di un presunto complotto americano-saudita-sionista".
Di Mauro Evangelisti vi ho già parlato qualche tempo fa, quando ho recensito il suo romanzo Johnny Nuovo. Da qualche settimana è in libreria un nuovo libro del giornalista del Messaggero dal titolo “Chiedimi l'amicizia”. Per chi ha letto Johnny Nuovo occorre un avvertimento: addentrandovi in questo nuovo libro correte il rischio di ritrovarvi descritti i vostri sentimenti più cupi. 

Ancora una volta Mauro Evangelisti riesce nella, secondo me, non facile impresa di racchiudere un piccolo mondo con tanti attori nello spazio di poche pagine: 133.
Per chi, come il sottoscritto, durante l'università si è ritrovato ad affrontare il Teorema dei sei gradi di separazione secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque intermediari, è naturale averci pensato sin dalle prime pagine.



Vi segnalo un'iniziativa bella assai. Carolina di Sotto i fiori di lillà ha avuto un'idea niente male. Ovvero mettere insieme le forze dei blogger per sostenere Wikipedia che, come saprete, non se la passa mica tanto bene.

L'idea è quella di pubblicare un ebook con racconti di Natale da vendere a 5 Euro il cui ricavato andrà, per l'appunto, a Wikipedia.

Qui trovate le istruzioni. Buon divertimento. 

Ne faccio uno pure io allora. Che, sia chiaro, cucino molto meglio. Sicuro.