Carlomagno&La Russa: questione di metodo...

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Queste sono vicende su si deve riflettere. E lo dico subito, a scanso d'equivoci: non considero Carlomagno un martire della libertà d'informazione. Quanto accaduto ieri mette in luce due aspetti:

1) Rocco Carlomagno non è un giornalista, o meglio, è uno che è conosciuto nell'ambiente per infiltrarsi e creare un po' di gazzarra. Fermo restando che quanto urlava potevano, anzi sono, domande legittime. Ma si rispetta il turno e non si urlano, le domande, si pongono.

2) Questo governo non è capace di affrontare una critica o di giostrarsi con i contestatori senza calpestare la dignità di un ruolo istituzionale che meriterebbe ben altra caratura.

Mai, ripeto mai, in un paese democratico e moderno mi sarei aspettato di vedere un ministro della Repubblica scendere dal palco per avvicinarsi al giornalista (che, a quanto è dato sapere, giornalista non è) strattonandolo nemmeno fosse il buttafuori del Peter Pan...

Chi fa politica, chi governa deve anche saper fronteggiare le contestazioni. Carlomagno non doveva stare lì in conferenza? Va bene, ma non si strattona la gente solo perché non ti piace ciò che dice.

Soprattutto perché esiste un servizio di sicurezza apposito e perché La Russa è un ministro della Repubblica italiana, cioè un uomo istituzionale tenuto ad un decoro che non contempla lo sbatacchiamento fisico. Carlomagno afferma di aver ricevuto "due pugni nello sterno". Nel video, questo, non si riesce a vedere.

Ma resta comunque l'atteggiamento di La Russa che, per l'ennesima volta, dimostra la sua predisposizione ad una visione della politica pulp. Molto pulp, pure troppo.

giovedì 11 marzo 2010


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