Giornalismo online, abbattiamo tre miti: essere primi, click facile e copia-incolla

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Che l'informazione online rappresenti il presente del giornalismo mondiale (anche se gli editori italiani sembrano non capirlo appieno) è un dato di fatto e non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. Esistono però tre miti che hanno caratterizzato fin qui gran parte dei quotidiani italiani nazionali e locali sul web e che, secondo me, vanno smontati. Ci provo.

Essere i primi. Informazione sul web significa tempestività e capacità di aggiornare i lettori su un certo avvenimento sfruttando la disponibilità di tempo h24 che pone un sito in una posizione di estremo vantaggio rispetto agli altri mezzi di comunicazione. Però c'è un però. Come faceva notare anche Massimo Mantellini l'ossessione di essere primi può rivelarsi un'arma a doppio taglio. Quando la frenesia colpisce un giornalista i risultati possono essere disastrosi. Questo perché se lo spirito con cui affronti una notizia non è “verificare e poi pubblicare quando si è certi” bensì “devo buttarla dentro al sito prima degli altri” viene meno quello che dovrebbe essere l'essenza di questo mestiere ovvero: accertarsi che la fonte sia davvero affidabile onde evitare figure barbine. Questo perché la platea dei lettori di quotidiani online è spesso molto più attenta dei giornalisti che cercano di informarla. Il risultato di questo falso mito è la mole incalcolabile di bufale che quotidiani anche blasonati hanno contribuito a diffondere nel corso degli ultimi anni. Si perde di credibilità.

Click facile. Altro mito. L'esca per accaparrarsi maggiori visite ormai è una scusa che non regge più. Si trovano decine e decine di quotidiani che piazzano video e gallerie fotografiche di donne nude, animali e morti in diretta. Una mossa “paracula” (mi si passi il termine dialettale) basata sulla teoria: attiro lettori con roba “forte”, loro poi restano sul sito, le visite aumentano e posso attrarre maggiori sponsor. Falso. O meglio: vero che ancora oggi forse sesso e dramma continuano ad attrarre una certa parte dei lettori. Però riflettendo su questo argomento mi viene in mente una tattica adottata da alcuni quotidiani cartacei nella mia città (Civitavecchia). Quando nasce un giornale nuovo in genere lo vedi per il primo mese curare fino all'ossessione lo sport giovanile. Fin qui nulla di strano perché è comunque un settore che quotidiani più grandi (e con meno pagine) non riescono a seguire. La strategia dei primi giorni è però questa: prendo il fotografo, lo mando al campo, gli faccio fotografare tutti i bambini e l'allenatore. Il giorno dopo farò un paginone con 20 foto bambino per bambino. Questo perché i bambini hanno genitori, parenti e amici che saranno invogliati a comprare il giornale in edicola. Solo che al di là di quello specifico giorno questi lettori difficilmente torneranno a comprare quel giornale per leggere altre notizie.
Pongo quindi una domanda: è meglio accaparrarsi subito click puntando sulla popolarità del momento attraverso argomenti che esulano dai contenuti generali del sito o lavorare sulla medio-lunga distanza in modo che i lettori del quotidiano decidano di affidare parte della loro dieta informativa a te?

Copia-incolla. Questo è un fenomeno che, per tempi rapidi e pigrizia, riguarda tutti i giornalisti dei vari media. Sui siti, però, raggiunge l'apoteosi. Questo perché in molti (anche grandi gruppi editoriali) partono dai seguenti presupposti: “per fare un sito bastano poche persone” e “l'importante è buttare dentro roba in continuazione”. Questo succede anche nella stampa online locale dove si ragiona sempre di più pensando che basti ricevere i comunicati da comune, forze dell'ordine, partiti, associazioni e società sportive “ed è fatta”. Si butta tutto dentro controllando solo i refusi e vai col liscio. Lo spazio potenzialmente infinito di un sito, però, non deve annullare il sacrosanto diritto giornalistico alla selezione delle notizie. Anche qui pongo un quesito: se sei un quotidiano nuovo che si affaccia sul mercato cercando di rosicchiare lettori alla concorrenza che senso ha mettere un comunicato 30 secondi prima degli altri se poi la notizia sarà in fotocopia ovunque? Non ha più senso cercare di produrre contenuti originali o cercare di presentare quella notizia in un modo diverso, più “personalizzato” utilizzando le potenzialità che offre la multimedialità?

lunedì 6 agosto 2012


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