"Cronaca di un legame di sangue": i vostri commenti

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13 Comments
Eccoci qui. Dopo cinque mesi dall'uscita del libro è arrivato il momento di raccogliere i vostri commenti. Commenti che potete lasciare qui in questo post, mandare via email a ilrompiblog@gmail.com, o su Facebook oppure dirmi di persona. Come ho fatto con i commenti che seguono li appunterò e li riporterò qui. Buon divertimento e... grazie.

NB: I COMMENTI CHE SEGUONO CONTENGONO INFORMAZIONI SUL FINALE E SULLA STORIA DEL LIBRO QUINDI SE NON VUOI ROVINARTI LA STORIA... SEI AVVERTITO!
domenica 3 gennaio 2010


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13 commenti:

Manola Camilletti ha detto...

Ciao ho finito in questo momento di legger“ti”: complimentoni! Mi hai fatto emozionare, sorridere, appassionare: bravo, bravo, bravo!!!

Fabrizio Orsomando ha detto...

caro damiano,
prima tutto grazie per la dedica, semplice e commovente.

ho letto oggi, tutto in una volta, il tuo libro.
è il modo che preferisco quando il libro non ha la volumetria di guerraepace.

innazitutto bravo.
hai dato vita a un personaggio, hai creato un mondo credibile :
secondo me è la cosa più difficile per un artista (mi permetto di dirlo anche se non so se tale ti senti e se tale un giorno ti vorrai sentire).
Francesco Brunetti è un mix di sensibilità e freddezza, di empatia e distacco, di calma e rabbia, di intelligenza e ingenuità.
Cesco è un essere umano e per questo mi piace, mi permette di vedermi in lui, di vivere con lui.
notevole anche la suggestione dei simboli colorati lasciati sui luoghi del delitto.
mi piace anche la forza cruda dei corpi martoriati e degli atti violenti.

meno avvincente del mondo di Francesco Brunetti, il modo in cui hai intrecciato la sua storia personale e il "nero" degli omicidi.
per tre motivi completamente soggettivi.
uno narrativo perchè l'espediente narrativo e cioè il nero che entra direttamente nella vita di Cesco, in base ai miei gusti, è troppo "americano", mi sembra troppo esplicito.
uno metaforico perchè nella storia il bene e male sono troppo diversi e lontani e non permetteono quell'ambiguità così reale che ognuno di noi vive, percepisce e sente dentro e fuori di sé.
e l'altro strutturale : perchè il nero dopo un inizio ben equilibrato perde troppo spazio emotivo rispetto alla descrizione della vita di Cesco.

ti auguro di scrivere e scrivere e vivere e vivere.
tutti sanno che un artista più cresce e più diventa bravo e padrone ma la crescita non è per tutti e quindi non è da tutti.
e tu sai bene che a te appartiene.

un abbraccio

Cristina Gazzellini ha detto...

Interruzioni moleste a parte (sai quando stai concentrata a arriva gente a rompere, ma tu non li puoi mandare aff..) in due giorni di ferie mi sono letta tutto il libro e......l'ho trovato carinissimo. Divertente, intrigante e molto scorrevole. Non sarò radical-chic-colta come il Benedetti ma a me è veramente piaciuto. Complimenti!!!!!

Marco Spataro ha detto...

L'inizio del libro è spiazzante in modo piacevole. nel primo capitolo siamo nelle vesti dell'assassino che parla in prima persona, nel secondo si cambia ed entra in gioco il vero protagonista del libro. Non me l'aspettavo e mi è piaciuto. per tutto il libro c'è questo alternarsi tra i capitoli del protagonista e gli altri dell'assassino. i capitoli dell'assassino segnano un ritorno alla "cupa realtà dei fatti" dopo quelli incentrati sulla vita del giornalista, conditi da episodi simpatici. Segnano la cadenza del libro.

il romanzo è breve di suo, ma a prescindere da questo io sono contento quando i capitoli di un libro sono brevi. mi rendono la lettura più leggera e veloce. invece non mi sono piaciuti i dialoghi. li ho trovati troppo da "film americano". La tua è una pecca che hanno anche tutti gli sceneggiatori italiani. I tuoi personaggi dicono cose simpatiche e interessanti, ma il modo in cui lo dicono mi è risultato un po' finto, è come se fossero personaggi di un film americano "doppiati" in italiano.
I personaggi comprimari sono deliziosi. La sorella, la giornalista, Luca golaprofonda, il direttore del giornale e, soprattutto, il capo della polizia mi sono piaciuti.

Non so perchè ma non lo ambienterei a civitavecchia l'ho immaginato a bologna. sarà che il giornalismo "di provincia" l'ho sempre associato a questa città in particolare. è un complimento questo.

Il protagonista è un personaggio molto simpatico, ci si immedesima subito. è un ragazzo serio e appassionato, ma è prima di tutto un ragazzo. vuole divertirsi e vuole lavorare bene. me lo vedo il lunedì mattina che arriva a pezzi a lavoro dopo una sbronza colossale e 3 ore di sonno, ma puntualissimo e pronto a correre a 50 chilometri di distanza per documentare una notizia.

gli assassinii sono belli. mi sono piaciuti tutti. soprattutto quelli della famiglia senegalese. sono crudi, spietati, raccontarli in prima persona è stata una grande idea. Ho avuto quella sgradevole sensazione di essere insieme a lui, l'assassino, e "aiutarlo" a commettere quei gesti orribili. riassumo il tutto citando il grande filosofo Kant: gli assassinii sono molto molto fichi!

a me non interessa se l'assassino sia facilmente individuabile o no, perchè in un libro mi interessano i personaggi, ciò che capita loro e soprattutto il MODO in cui viene scoperto un assassino. quando i sospetti vengono confermati però hai un'altra sensazione sgradevole addosso. si fa la sorella del protagonista, la fa innamorare e poi l'ammazza. si prova molta pena per vanessa, al di là del fatto che sta per essere uccisa, perchè poveretta non ne trova uno giusto. insomma quando finisce nelle mani dell'assassino, e gli altri scoprono la verità, si passano pagine di angoscia. la storia decolla definitivamente.
l'ultima parte del libro me la sono letta d'un fiato.

il finale incerto, quando il giornalista sta per perdere i sensi, con lo sparo e il risveglio in ospedale è molto bello, scritto benissimo. le battute reciproche finali tra lui e la giornalista (ci è voluto un nazista serial killer che ha tentato di uccidere tua sorella per farti dire che mi ami eccetera) sono fantastiche, stemperano una tensione palpabile. Oh sarcasmo, fedele alleato... le freddure sono grandiose per tutto il libro. ti si riconosce perfettamente in quelle battute.

in generale il libro è in climax ascendente. inizio un po' stentato (principalmente per colpa dei dialoghi di cui parlavo sopra), poi qualche battuta da 10 e lode, con sarcasmo alla woody, lo fanno salire di quota, poi i personaggi lo sostengono e lo fanno rimanere su, e poi il finale coinvolgente e appassionante.

il tuo romanzo mi è piaciuto, damià, che te devo dì? fanne nantro...

Katia Trombetta ha detto...

nella sua dimensione il "libreus" è perfetto e compiuto in sè. Nella sua dimensione, che come sa anche l'autore, è quella di un primo esperimento.
In primo luogo, quindi, come tale dovrebbe essere guardato in ProspeKtiva: quali potenzialità racchiude? Altissime.
Credo quindi, ma questo anche lo sai già, che dovresti senz'altro continuare con lo slancio e la voglia di divertirti che caratterizza la tua scrittura, nella quale non mi sembra di avvertire stridori o resistenze rispetto a capacità d'abbandono. Come e quanto questa capacità di abbandono possa allontanarsi sempre di più da un facile spontaneismo e trasformarsi invece in un valido strumento per scandagliare fino in fondo i personaggi dipende solo da quanto sarai disposto a scandagliare te stesso.
Secondo me (e non sto dicendo che è il tuo caso, è un rischio per tutti) non c'è cosa peggiore nella scrittura che l'artificiosità, anche di una cosa magari ben fatta ma che resta in superficie, o che cerca di andare a fondo seguendo traiettorie già note. Sono meccanismi che rischiano di scattare in modo automatico. Quello che secondo me si dovrebbe fare (ma personalmente ancora non ci riesco), posta la coerenza del personaggio che è il primo baluardo (e con coerenza non intendo prevedibilità), si dovrebbe sempre cercare di arrivare laddove nessuno vorrebbe arrivare, e proporre soluzioni, "messaggi" (se così li vogliamo chiamare, a patto di non considerare la parola ideologica) che non siano attesi, frutto cioè di scelte "alternative" (e anche qui il termine non vuole certo essere politico).
Ma questa è solo la mia visione delle cose, che altri potrebbero tranquillamente contraddire. spero che sia chiaro che - lo ripeto nel caso non lo fosse - il libro mi è piaciuto, ho riso, mi sono divertita, e credo che tu - lo dico davvero sinceramente - abbia un grandissimo talento e tutte le carte in regola per scrivere cose sempre più belle. se non lo pensassi dal profondo ti sarebbe arrivato un messaggino asettico ;)) 

Stefania ha detto...

Il libro è piaciuto non solo a me, ma a tutta la mia famiglia! Per la prima volta mi sono ritrovata a leggere un libro con i miei figli lì ad ascoltare... E' stato bello e divertente. Continua così!

Danilo Smeraglia ha detto...

L'ho letto tutto nel giro di pochissimo tempo!!! Bravo! Mi è piaciuto tantissimo e a questo punto devi sbrigarti a scrivere il secondo!!!!!

andrea ha detto...

La stoffa c'è e per essere un'opera prima meriti la promozione a pieni voti. Come già ti ho detto a voce, penso che ti saresti potuto soffermare di più sulla descrizione di alcuni personaggi e avresti potuto cercare un epilogo un po' più originale e meno da fiction. Ma se questo romanzo non avesse difetti, saresti già uno scrittore e invece devi ancora diventarlo. Però, ripeto, la stoffa c'è e le idee pure, mi sembra. In bocca al lupo!

Anonimo ha detto...

I "divoratori di pagine" aprendo il libro potrebbero pensare di intuirne facilmente il contenuto, cadendo facilmente in un errore: il libro è coinvolgente, ironico, mai piatto, e a tratti, credo, basato sul vissuto dell'autore, che ne aumenta l'originalità. Me lo sono "mangiato" pagina dopo pagina, lo trovo sopratutto fresco di idee e contenuti con una trama ben sviluppata che non presenta mai punti di debolezza (forse mi è presa ad analizzare l'opera perchè sono letteralmente scioccato dal confronto con un romanzo storico che sto leggendo adesso distribuito nientepopodimeno che nelle librerie della Giunti e che non riesco a finire proprio perchè la trama fa acqua da tutte le parti. I personaggi sono vitali, hanno spessore e carattere ben definiti e riescono a fare quello che ogni personaggio sogna di fare: trasmettere sensazioni. Il risultato è un buon libro, che mi lascia una sola domanda: "cacchio(!), ci sarà un seguito?"

Fabrizio Cesaretti

Anonimo ha detto...

ti volevo fare i complimenti per il tuo libro mi è piaciuto molto. Ti faccio gli auguri per la tua carriera...a presto


Giordano

lavorare da casa ha detto...

interessante, vorrei comprarlo me lo consigliate?

Anonimo ha detto...

Io te lo consiglio: è ironico, scorrevole, spaventa e fa sorridere. Bello.

Bravo Damiano.


Carlo.

Azzurra ha detto...

Ciao Damiano,
volevo dirti che ho letto il tuo libro (un pò in ritardo) e mi è piaciuto davvero.
Hai la grande capacità di tenere in ostaggio il lettore finché non è arrivato alla fine. L'ho cominciato e ho dovuto finirlo a scapito di tutto il resto...
Bravissimo!
Spero tu ne abbia già scritto un'altro. Sarei impaziente di leggerlo. Tienimi al corrente, per favore.

Un abbraccio,
Azzurra