Riporto uno stralcio dell'articolo di oggi su www.corriere.it che potete leggere interamente qui.


Il sottosegretario dell'Interno Francesco Nitto Palma ha riferito sugli scontri di mercoledì tra studenti «rossi» e «neri» a Roma. Per l'esecutivo, l'operato delle forze dell'ordine in quel frangente è stato «ispirato a criteri di equilibrio e prudenza, cercando di tutelare la libertà di espressione e la sicurezza e l'incolumità pubblica». Il sottosegretario all'Interno ha voluto precisare che gli «scontri più duri a piazza Navona sono stati avviati da un gruppo di circa 400-500 giovani dei collettivi universitari e della sinistra antagonista» e che gli agenti non sono intervenuti direttamente a piazza Navona durante i primi momenti di tensione tra «rossi» e «neri» per evitare di acuire le ostilità.

Ammesso e non concesso che sia andata veramente così. Nessuno, però, ha ancora spiegato come mai a piazza Navona (isola pedonale) fosse entrato indisturbato e alla presenza delle forze dell’ordine un furgone con dentro decine di persone armate di bastoni, cinte e catene.




QUESTO E' IL RESOCONTO DEGLI SCONTRI DI PIAZZA NAVONA DI IERI DI CURZIO MALTESE APPARSO OGGI SULLA REPUBBLICA. NELL'ARTICOLO SI RIPORTA UNO STRALCIO DELL'INTERVISTA RILASCIATA NEI GIORNI SCORSI AL QUOTIDIANO NAZIONALE DA COSSIGA. OGNUNO NE TRAGGA LE CONSEGUENZE.


"AVEVA l'aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c'era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. "Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane" sospira un vigile.



Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un'onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi. Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove. Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano "Duce, duce". "La scuola è bonificata".



Dicono di essere studenti del Blocco Studentesco, un piccolo movimento di destra. Hanno fra i venti e i trent'anni, ma quello che ha l'aria di essere il capo è uno sulla quarantina, con un berretto da baseball. Sono ben organizzati, da gruppo paramilitare, attaccano a ondate. Un'altra carica colpisce un gruppo di liceali del Virgilio, del liceo artistico De Chirico e dell'università di Roma Tre. Un ragazzino di un istituto tecnico, Alessandro, viene colpito alla testa, cade e gli tirano calci.



"Basta, basta, andiamo dalla polizia!" dicono le professoresse. Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire". Il funzionario nel frattempo ha adocchiato una telecamera e il taccuino: "Io non ho mai detto: quelli sono di sinistra".



Monica, studentessa di Roma Tre: "Ma l'hanno appena sentito tutti! Chi crede d'essere, Berlusconi?". "Lo vede come rispondono?" mi dice Laura, di Economia. "Vogliono fare passare l'equazione studenti uguali facinorosi di sinistra". La professoressa si chiama Rosa Raciti, insegna al liceo artistico De Chirico, è angosciata: "Mi sento responsabile. Non volevo venire, poi gli studenti mi hanno chiesto di accompagnarli. Massì, ho detto scherzando, che voi non sapete nemmeno dov'è il Senato. Mi sembravano una buona cosa, finalmente parlano di problemi seri. Molti non erano mai stati in una manifestazione, mi sembrava un battesimo civile. Altro che civile! Era stato un corteo allegro, pacifico, finché non sono arrivati quelli con i caschi e i bastoni. Sotto gli occhi della polizia. Una cosa da far vomitare. Dovete scriverlo. Anche se, dico la verità, se non l'avessi visto, ma soltanto letto sul giornale, non ci avrei mai creduto". Alle undici e tre quarti partono altre urla davanti al Senato.



Sta uscendo Francesco Cossiga. "È contento, eh?" gli urla in faccia un anziano professore. Lunedì scorso, il presidente emerito aveva dato la linea, in un intervista al Quotidiano Nazionale: "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì".



È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. "Lei dove va?". Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: "Non li abbiamo notati". Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri?". "Sì, ma non subito". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!". Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo.



Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra. Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s'affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l'assalto degli studenti di sinistra.



Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro. Un gruppo di studenti s'avvicina ai poliziotti per chiedere ragione dello strano comportamento. Hanno le braccia alzate, non hanno né caschi né bottiglie. Il primo studente, Stefano, uno dell'Onda di scienze politiche, viene colpito con una manganellata alla nuca (finirà in ospedale) e la pacifica protesta si ritrae.



A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all'occupazione, s'aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. "Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l'idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo".

Da Repubblica.it

10:36 Senato, approvato il dl Gelmini

Il Senato approva, in via definitiva, la conversione in legge del decreto Gelmini sulla scuola con 162 a favore, 134 contrari e tre astenuti. Il provvedimento, approvato il 9 ottobre dalla Camera, non è stato modificato dai senatori e ora è legge.


Qui il testo completo del Decreto.


Anche stavolta ce l’hanno fatta. Hanno fatto come gli è parso e piaciuto utilizzando l’escamotage del Decreto Legge. Nessuna discussione, nessuna possibilità di trovare un punto d’incontro. S’è votato e basta. Si taglia e basta.


Perché il problema più grande è che questa riforma non è una riforma è solo una manovra per far cassa. Si taglia da tutte le parti aggiungendo qua e là qualche provvedimento come l’educazione civica (che c’era anche prima ma nessuno la faceva), il grembiule, il 7 in condotta.


La scuola ha bisogno sì di una riforma (non tanto le elementari che funzionano abbastanza mi sembra) ma di una riforma seria e definitiva che non subisca ogni legislazione le influenze dei cambi di colore politico o gli schiribizzi del ministro di turno. Con l’Università si è passati dal Vecchio Ordinamento al Nuovo (3+2) al Ciclo Unico. Un caos inutile.


Nella scuola italiana ci sono problemi da risolvere: i baroni all’università, professori non sempre preparati ecc... Economicamente il problema si palesa come tipicamente italiano. La scuola è come un tubo. Proprio così. Un tubo pieno di falle in cui passa un flusso di soldi pubblici che disperde energie. Le disperde negli istituti con 150 bidelli e 7 studenti, le disperde nelle Università con tre iscritti e 40 professori. Dunque, invece di tagliare ancora sulla ricerca e in generale su tutti perché non intervenire prima di tutto su quelle falle?


La verità è che serve un provvedimento vetrina, tanto per far vedere che si fa qualcosa per di più negando (vedi la questione dei tagli) ciò che c’è scritto nel decreto.


Un po’ come per la sicurezza con l’arrivo di 3.000 soldati nelle strade concomitante con il taglio dei fondi alle forze dell’ordine nella Finanziaria. Un intervento che serve per far scena, per risolvere qualche scippo.


Ma, visto che si parla di criminalità e che il grande problema dell’Italia è la criminalità organizzata perché il Governo in questi sei mesi non ha ancora trovato il tempo di istituire la Commissione Parlamentare Antimafia?



Ecco chi ha scatenato gli scontri a Roma: teste rasate, bastoni tricolore. Giudicate voi. (foto www.repubblica.it)





Ve lo ricordate Zoro, alias Diego Bianchi? Ne avevo già parlato qui raccontandovi, e facendovi vedere, le puntate di Tolleranza Zoro, il programma che realizza su You Tube colui che è considerato uno dei migliori bloggers italiani.


E anche stavolta non si è smentito creando una puntata ad hoc sulla manifestazione organizzata dal Partito Democratico. Una puntata ripresa e trasmessa da "Parla con me" lo venerdì sera. Godetevela.







ANNUNCIO: SUPERATE LE 15.000 PAGINE VISITATE E I 9.000 VISITATORI DEL ROMPIBLOG. GRAZIE A TUTTI!!!!!!!
E' semplicemente una meraviglia...
Silvio Berlusconi ieri sull'intervento della polizia nelle scuole.


Silvio Berlusconi oggi: "Polizia negli atenei? Mai detto. Sono i giornali che, come al solito, travisano la realta".


Meno male che c'è You Tube.
Ma si, oggi facciamoci due risate e riflettiamo con Caparezza.



Vieni a ballare in Puglia


La mia parte intollerante


Il Secondo secondo me



Vengo Dalla luna



Eroe (storia di Luigi delle Bicocche)



Iodellavitanonhocapitouncazzo



Fuori dal tunnel

Sono giorni intensi per l'opposizione di questo paese. Il Pd si è piazzato su Sky e sul web con la sua tivù, www.youdem.tv e lo stesso hanno fatto i Comunisti Italiani con Pdcitv.


Armato di santa pazienza mi sono addentrato in un zapping politico. Partiamo da You Dem Tv. L'idea, sia ben chiaro, non è malvagia solo che nella prima giornata c'era il verde del simbolo del Pd che imperversava ovunque. Una scenografia smeralda che otteneva come unico risultato quello di un inquietante riflesso verde sugli ospiti, soprattutto su Veltroni: Walter Visitors... Nei giorni seguenti mi sembra che il problema sia stato risolto.



Il sito è pieno di video e interviste alcune interessanti (oggi c'era Andrea Camilleri) altre un po' meno come quella di Antonio Conte allenatore del Bari... I video non sono embedded, cioè non si possono trasportare sul proprio blog sullo stile di You Tube. Sulle trasmissioni non posso ancora esprimere un giudizio completo perché mi sono addormentato al secondo minuto...



Più vivace, almeno nei colori, la neonata webtv dei Comunisti Italiani. Diverse le sezioni (dalle news, ai reportage ecc...) in cui la redazione carica i video. Ad accoglierti c'è il messaggio di benvenuto di Oliviero Diliberto che dice: “mai con l'Udc”. Al primo impatto è più divertente di You Dem anche se l'indirizzo, www.pdcitv.it, sembra il titolo di un romanzo di Federico Moccia...


Ambiente, questo sconosciuto. La questione che vede l'Italia al centro della disputa con il resto d'Europa sulla riduzione delle emissioni di Co2 fornisce ampi spunti di riflessione. Una riflessione che si conclude sostanzialmente con due soluzioni: vergognarsi o prendersi per il culo.


Bene io prenderò vergognosamente per il culo... Già, perché il bello di tutta questa storia sta nelle dichiarazioni del Governo italiano. “Abbiamo nove alleati dalla nostra parte” ha detto. Lo scontro con Bruxelles è sulle cifre: l'Italia stima un costo per l'economia di 25 miliardi di euro l'anno per ridurre le emissioni di Co2, per Bruxelles invece il costo è tra 9 e 12 miliardi.


Ora, a parte il fatto che l'Unione Europea è composta da 27 nazioni, il che rende il gruppetto guidato dall'Italia alla stregua di un circolo della bocciofila, la cosa meravigliosa è andare a vedere chi sono i partner di Berlusconi.


Eccoli: Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lettonia e Lituania.


Wow, complimenti. Che gruppone... Tutte insostituibili colonne del Vecchio Continente di cui il 95% dei parlamentari ignorava fino a qualche giorno fa l'esistenza sulla cartina geografica.


Ve lo immaginate Berlusconi e la Prestigiacomo che di fronte al resto d'Europa dicono: “noi abbiamo i nostri alleati!”. Meraviglioso.


E' come la scena di Totò con il genrale Nazista: “io avere carta bianca!” “E ci si pulisca il cu......!!!!!”


Dopo la prima volta su Repubblica, quella successiva su National Geographic è successo di nuovo. Una mia foto (vedi sopra) è finita sul sito di Repubblica nella sezione "Il mare d'autunno". Cliccate qui per vederla. Niente di che, per carità. Se poi volete farvi un giro sul mio fotoblog basta cliccare sul link alla destra dello schermo.
You Tube, si sa, ha il potere di creare dei fenomeni. Fenomeni che magari poi riescono addirittura a mangiare con le loro imprese youtubesche... Ne avevo parlato a proposito di Matt Harding e oggi torno sull'argomento grazie a Rémi Gaillard. E' francese ed è totalmente fuori di testa. Ne combina di tutti i colori e basta andare sul suo sito, www.nimportequi.com, per rendersene conto. Il video che vi presento oggi è per gli amanti del calcio. Godetevelo.


Emilio Fede è proprio una sagoma. A quell’omino lì ho sentito dire di tutto ma l’altra sera si è superato parlando di Roberto Saviano. Lo scrittore di Gomorra, denunciando con disarmante semplicità gli affari della camorra, si è assunto una grande responsabilità di cui sta pagando ora le conseguenze. E’ nel mirino, non vive più, è circondato dalla scorta. Cambierà paese? Probabile e se servisse a farlo vivere con più serenità (ha solo 28 anni) ci sarebbe di che esserne felici.

Ascoltate cosa ha detto Emilio Fede.





Sentito? Ora, partendo dal presupposto che il pulpito di Fede
ci costa circa 350.000 euro di multa al giorno
visto che Rete4 è abusiva, non mi riesce difficile immaginare il direttore del Tg4 (o addetto stampa di Berlusconi???) circondato di gorilla. Il problema è che Saviano è minacciato dalla Camorra: quella che uccide, quella che spara, quella che fa saltare in aria le auto se serve. Fede, al massimo, rischia qualche pomodoro marcio…


Un’ultima cosa. Saviano può anche aver fatto soldi a palate con il libro e il film, e non vedo cosa ci sia di male, ma lo ha fatto
scrivendo cose vere poi confermate dalla realtà (vedi, ad esempio, i sequestri nei laboratori della moda) e rischiando a vent’anni di essere ammazzato. Fede (non è l’unico, a sinistra ci sono fervidi avversari) trascorre il tempo interpretando per conto terzi la verità.

Chi è peggio?

Che ci volete fare, se uno si emoziona, si emoziona...


Solo un genio come Antonio Albanese poteva creare, in un momento come questo, il personaggio del Ministro della Paura.














I gusti sono gusti
. Ognuno, si sa, ha i suoi canoni di bellezza. Ogni cultura ha i suoi criteri di giudizio ma nel mondo di oggi è particolarmente interessante notare come il grado di piacevolezza estetica aumenti in modo direttamente proporzionale ai chili che se ne vanno.


Così succede che sulle passerelle si vedono scheletri travestiti da modelle. Succede che le cosiddette Top Models, alla Kate Moss, facciano più notizia per le diete a base di batuffoli di cotone, cocaina e anoressia. C'è gente che si ammazza, si ammala per rientrare nella taglia 36 (fino a pochi anni fa la taglia perfetta era la 42) che praticamente è quella di una bambina di 12 anni.


Ecco perché leggendo National Geographic sono rimasto colpito dalla ricostruzione del volto di una donna di Neanderthal. Faccia paffuta, capelli a mo' di paglia, espressione rude, sguardo incazzato. Milioni di anni fa magari sarebbe stata considerata una gnocca pazzesca. Ve la immaginate la reazione se avessero visto la Moss? Può darsi che guardandola le avrebbero detto: "Cocca ingrassa, altrimenti sei fuori...".


Il colmo.


L’informazione è malata? Siete stanchi delle solite notizie propinate da telegiornali tutti uguali? Non preoccupatevi, l’aiuto arriva dalla rete e precisamente da due bloggers, Giorgio e Silvio, che un giorno si sono messi in testa di dar vita al TgNG. Sia ben chiaro, non aspettatevi notizie fittizie ma solo la cruda verità, condita da una dose massiccia di prese per il culo. E siccome sono sempre sensibile nei confronti di chi sfotte e di chi ha delle idee interessanti mi sono preso la briga di intervistarli.


Perché nasce TgNG?
Giorgio (quello che legge, ndc): il TgNg è un’esigenza igienica, come la cacca, è venuto fuori perché mi scappava fortissimo, ho contattato il povero Di Giorgio per una iniezione di cazzate supplementare…
Silvio: Se Fede e Riotta dirigono un tg non vedo perché non possiamo farlo noi. Ma il nostro è serio.


Cosa significa la sigla TgNG?
Giorgio: Significherebbe telegiornale noi Giorgio, per via del mio blog www.kazinger.splinder.com ma anche per via dell’assonanza con le nostre generalità.


Il prodotto è molto curato: quanto tempo vi porta via la realizzazione di ogni puntata?
Giorgio: Il girato lo faccio in un' oretta con un lenzuolo verde dietro, la stesura dei testi è roba di qualche giorno, il montaggio circa sei ore di lavoro.
Silvio: Io scrivo e curo qualche video, il grosso del tempo lo impiegano Giorgio per registrare e il montatore per filmare e assemblare il tutto. Il lavoro è curato, ma non quanto vorremmo: lo realizziamo via msn tra Milano e Benevento... non è il massimo della comodità...


Le puntate saranno settimanali?
Giorgio: Nei limiti del buonsenso sì.
Silvio: Anche una ogni due settimane.

Quanto ha influito, se ha influito, il Quasi Tg di Rocco Tanica?
Giorgio: Beh devo ammettere che l’idea del tg era già un po’ inflazionata e tra il panorama dei tg “satirici” italiani senza dubbio quello del buon tanica era l’unico presentabile; tuttavia anche rocco tano ha i suoi fratelli (cioè tiene famigghia) e + di tanto non si può sbilanciare, noi su internet possiamo fare ciò che vogliamo.
Silvio: Ne ho sentito parlare ma non l'ho mai visto.


Cosa fate nella vita quando non vestite i panni di bloggers? Di dove siete?
Giorgio: Sono di Marte e faccio il tecnico luci per lavoro, nel tempo libero pianifico la conquista del mondo.
Silvio: Benevento. Uno con un lavoro serio potrebbe perdere tempo con queste cialtronate? E' lampante che ora non lavoro! Per 7 anni ho lavorato con il disagio mentale (evitiamo facili battute), a breve diventerò giornalista pubblicista e ho diversi progetti in ballo. Comunque mi guadagno da vivere rubando rame dalle tratte ferroviarie in disuso.


Vi conoscete da tempo o vi siete incontrati grazie ai vostri blog?
Giorgio: Sul blog di Sabina Guzzanti.


Ultima domanda: cosa dovrei fare per farmi prendere per il culo nel TgNG….???
Giorgio: Beh potresti riciclare i soldi della mafia per vent’anni e poi diventare presidente del consiglio…
Silvio: Per averci voluto intervistare sei già sulla buona strada...

Non c'è niente da fare. I Simpson sono sempre troppo avanti...

Si chiamano “Ig Nobel” e sono dei premi che da circa 18 anni assegna la rivista "Annals of Improbable Research” alla ricerche più strane (e spesso inutili…). Nel panorama scientifico si fa a pugni per riuscire ad ottenerne uno e quest’anno è toccato ad un ricercatore italiano, Massimiliano Zampini, nel campo della Nutrizione per una sua scoperta sulle patatine fritte (si, proprio così). Riporto tutti i vincitori e soprattutto le ricerche perché sono davvero esilaranti.


NUTRIZIONE

Massimiliano Zampini dell'Università di Trento e Charles Spence dell'Università di Oxford, Uk, per aver modificato elettronicamente il suono prodotto da una patatina fritta facendo credere che era più fresca e croccante alla persona che la stava mangiando.


PACE

Commissione federale d'etica per la biotecnologia nel settore non umano della Svizzera e cittadini svizzeri per aver adottato il principio legale che le piante hanno una propria dignità.


ARCHEOLOGIA
Astolfo G. Mello Araujo e José Carlos Marcelino dell'Università di San Paolo, Brasile, per aver misurato come il corso della storia, o almeno il posizionamento dei reperti di uno scavo archeologico, può essere modificato dall'azione di un armadillo vivo.


BIOLOGIA
Marie-Christine Cadiergues, Christel Joubert e Michel Franc dell'Ecole Nationale Veterinaire di Tolosa, Francia, per aver scoperto che le pulci che vivono sui cani possono saltare più in alto di quelle che vivono sui gatti.


MEDICINA

Dan Ariely della Duke University, Usa, per aver dimostrato che i medicinali placebo dal prezzo elevato sono più efficaci di quelli che costano poco.


SCIENZE COGNITIVE
Toshiyuki Nakagaki della Hokkaido University, Giappone, Hiroyasu Yamada di Nagoya, Giappone, Ryo Kobayashi della Hiroshima University, Giappone, Atsushi Tero di Presto JST, Giappone, Akio Ishiguro della Tohoku University, Giappone, e Ágotá Tóth dell'Università di Szeged, Ungheria, per aver scoperto che le muffe che vivono nel fango riescono a trovare il percorso più breve tra due punti all'interno di un labirinto.


ECONOMIA
Geoffrey Miller, Joshua Tybur e Brent Jordan dell'Università del New Mexico, Usa, per aver scoperto che il ciclo ovulatorio di una ballerina di lap dance professionista influisce sulla quantità di mance da lei ricevute.


FISICA
Dorian Raymer della Ocean Observatories Initiative presso la Scripps Institution of Oceanography, Usa, e Douglas Smith della University of California, San Diego, Usa per aver provato matematicamente che ammassi di fili, di capelli o praticamente di qualunque altra cosa si aggroviglieranno inevitabilmente formando dei nodi.


CHIMICA
Sharee A. Umpierre dell'Università di Porto Rico, Joseph A. Hill dei Fertility Centers del New England, (Usa) e Deborah J. Anderson della Boston University School of Medicine and Harvard Medical School Usa, per aver scoperto che la Coca-Cola è un efficace spermicida e Chuang-Ye Hong della Taipei Medical University, Taiwan, C. C. Shieh, P. Wu e B. N. Chiang, di Taiwan, per aver scoperto che non lo è.


LETTERATURA
David Sims della Cass Business School, London, Uk, per il suo studio "Tu, bastardo: un'esplorazione narrativa dell'esperienza dell'indignazione all'interno delle organizzazioni".

Mancano poche ore e domani, dalle 9, scatterà il DemCamp all’Università Popolare di Roma. Ne avevo già parlato qualche mese fa e ne ha parlato anche Repubblica.it.



All’appello hanno risposto oltre 400 bloggers da tutta Italia e sarà una buona occasione per confrontarci non solo sulla crisi della democrazia nel nostro paese, ma anche (e soprattutto) sulle possibilità che può avere la rete e il mondo dei blog!



Senza farlo di proposito mi sono imbattuto in uno spezzone di un testo del filosofo austriaco Karl Popper sulla libertà e l'intolleranza. Eccolo:


"Il cosiddetto paradosso della libertà è l’argomento per cui la libertà, nel senso dell’assenza di qualsiasi controllo restrittivo, deve portare a un’enorme restrizione perché rende i prepotenti liberi di schiavizzare i mansueti. Questa idea, in una forma un po’ diversa e con una tendenza del tutto diversa, è chiaramente espressa da Platone.

Meno noto, invece, è il paradosso della tolleranza: la tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi.
In questa formulazione, io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni. Ma dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se necessario, anche con la forza; perché può facilmente avvenire che esse non siano disposte a incontrarci a livello dell’argomentazione razionale, ma pretendano ripudiare ogni argomentazione; esse possono vietare ai loro seguaci di prestare ascolto all’argomentazione razionale, perché considerata ingannevole, e invitarli a rispondere agli argomenti con l’uso della violenza.
Dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti.Dovremmo insomma proclamare che ogni movimento che predica l’intolleranza si pone fuori legge e dovremmo considerare come crimini l’incitamento all’intolleranza e alla persecuzione, allo stesso modo che consideriamo un crimine l’incitamento all’assassinio, al ratto o al ripristino del commercio degli schiavi".

Questo brano è tratto da La società aperta e i suoi nemici che puoi trovare. se ti interessa approfondire il pensiero di Karl Popper, in vendita su Amazon. 




Che volete che vi dica, ormai di notizie del genere se ne leggono di ogni. Non che fatti così non accadessero giorni fa, però si vede che sui giornali questa settimana va di moda parlare di razzismo e la statistica vuole che in mezzo ci finisca sempre qualche leghista. Dopo Borghezio, stavolta tocca al vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini che durante la festa della Lega Nord dello scorso 14 settembre è salito sul palco pronunciando il seguente discorso che riporta testualmente la Tribuna di Treviso.


"Popolo della Legaaaa La Lega si è svegliataaaaaa Le mura di Roma stanno crollando sotto i colpi di maglio della Lega. La mia parola è rivoluzione. Questo è il vangelo secondo Gentilini, il decalogo del primo sindaco sceriffo. Voglio la rivoluzione contro i clandestini. Voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari. Io ne ho distrutti due a Treviso. E adesso non ce n'è più neanche Uno Voglio eliminare i bambini che vanno a rubare agli anzianiiiiii Se Maroni ha detto tolleranza zero, io voglio la tolleranza doppio zero. Voglio la rivoluzione contro le televisione i giornali che infangano la Lega. Prenderò dei turaccioli per ficcarli in bocca e su per il c... a quei giornalisti. Non li voglio più vedere... Voglio la rivoluzione contro le prostitute. Anche loro devono pagare le tasse. Tutti pagano le tasse e devono pagarle anche le prostitute. Voglio la rivoluzione contro quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici. Qui comprese le gerarchie eclesiastiche, che dicono: lasciamoli pregare. No Vanno a pregare nei desertiiiii Aprirò una fabbrica di tappeti per darglieli ma che vadano a pregare nel deserto. Bastaaaaaa Ho scritto anche al Papa: Islamici, che tornino nei loro paesi. Voglio la rivoluzione contro la magistratura. Ad applicare le leggi devono essere i giudici veneti.


Voglio la rivoluzione contro chi vuole dare la pensione agli anziani familiari delle badanti extracomunitarie. Sono denari nostriiiiii E io me li tengo. Questo è il vangelo di Gentilini: tutto a noi e se avanza qualcosa agli altri... Ma non avanzerà niente Voglio la rivoluzione contro i phone center i cui avventori si mettono a mangiare in piena notte e poi pisciano sui muri: che vadano a pisciare nelle loro moscheeeee Voglio la rivoluzione contro i veli e il burqa delle donne. Io voglio vedere le donne in viso, anche perché dietro il velo ci potrebbe essere un terrorista e avere un mitra in mezzo alle gambe. Che mostrino l'ombelico caso mai....


Ho scritto al presidente della Repubblica che bisogna dare un riconoscimento all'usciere di Ca' Rezzonico che ha vietato l'ingresso alla donna islamica.
Io voglio la rivoluzione contro chi dice che devo mangiarmi la spazzatura di Napoli. Io la prendo e la macino e poi se la devono mangiare loro perché sono loro che l'hanno prodotta Io non lo tollero...Io voglio la rivoluzione contro chi vorrebbe dare il voto agli extracomunitari. Non voglio vedere neri, marroni o grigi che insegnano ai nostri bambini. Cosa insegneranno, la civiltà del deserto? Il voto spetta solo a noi. Ho bisogno del popolo leghista.



Queste sono le parole del vangelo secondo Gentilini. Ho bisogno di voi. Statemi vicini. Non voglio vedere questa gente che gira di giorno e di notte. Un abbraccio a tutti, viva la Lega".


La Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta per istigazione al razzismo.

Riporto fedelmente da Repubblica.it

di CORRADO ZUNINO

L'outing di Christian Abbiati, portiere del Milan fascista nel privato e ora anche in pubblico, ha allargato praterie di potenziali rivelazioni nel mondo del calcio italiano, da sempre silenziosamente a destra. Quelle parole rimbalzate in tutta Europa - "del fascismo condivido ideali come la patria, i valori della religione cattolica e la capacità di assicurare l'ordine" - sono sottoscritte, oggi, da una crescente platea di calciatori e dirigenti italiani.



La forza delle frasi rivelatrici di un portiere che è abituale frequentatore dei leader di Cuore nero, succursale dell'estremismo nero milanese e luogo di riferimento per gli ultrà dell'Inter, più che nell'indicare il solito revisionismo pret a' porter italiano che vuole un fascismo buono prima del '38 ("rifiuto le leggi razziali, l'alleanza con Hitler e l'ingresso in guerra", ha detto Abbiati) segnala come anche i calciatori, notoriamente pavidi nelle dichiarazioni, oggi comprendono che queste "verità" si possono finalmente dire: il vento del 2008 non le rende più pericolose per le loro carriere.



Sono diversi i campioni italiani che indossano numeri sinistri e sventolano effigi del Ventennio per poi giustificarsi: "Non lo sapevo". Il portiere Gianluigi Buffon, figlio di famiglia cattolica e impegnata, è stato sorpreso in quattro atti scabrosi. La maglia con il numero 88 che rimandava al funesto "Heil Hitler" segnalata dalla comunità ebraica romana, poi la canottiera vergata di suo pugno con il "Boia chi molla". Nel 2006, durante le feste al Circo Massimo per la vittoria del mondiale, si schierò - mani larghe su una balaustra - davanti allo striscione "Fieri di essere italiani", croce celtica in basso a destra. E i suoi tifosi, gli Arditi della Juventus, un mese fa a Bratislava gli hanno ritmato "Camerata Buffon" ottenendo dal portiere un naturale saluto. Quattro indizi, a questo punto, somigliano a una prova.



Da annoverare tra i fascisti per caso il Fabio Cannavaro capitano della nazionale che a Madrid sventolò un tricolore con un fascio littorio al centro: "Non sono un nostalgico, ma non sono di sinistra", giura adesso. Nel 1997, però, pubblicizzò in radio le prime colonie estive Evita Peron, campi per adolescenti gestiti dalla destra radicale. Il suo procuratore, Gaetano Fedele, assicura: "Un calciatore può essere strumentalizzato inconsapevolmente".



Nella capitale si sta consumando un pericoloso contagio tra la curva della Roma, egemonizzata dalla destra neofascista, e i giovani calciatori romani. Daniele De Rossi, capitan futuro destinato a sostituire Totti, è un simpatizzante di Forza Nuova. E l'altro romanista da nazionale, Alberto Aquilani, colleziona busti del duce - li regala uno zio - mostrando opinioni chiare sugli immigrati in Italia: "Sono solo un problema".



Molti portieri la pensano come Abbiati, poi. L'ex Stefano Tacconi fu coordinatore per la Lombardia del Nuovo Msi-Destra nazionale ed è stato condannato per aver usato tesserini contraffatti giratigli dal faccendiere nero Riccardo Sindoca. Matteo Sereni, figlio della destrissima scuola Lazio, oggi che è portiere del Torino continua a dormire con il busto di Mussolini sulla testiera del letto.



Il problema è che i calciatori navigano dentro un mare di ipocrisia che consente di tenere "Faccetta nera" nella suoneria del cellulare senza provare sensi di colpa. Questione di maestri. L'ex allenatore della Lazio Papadopulo non si è mai preoccupato delle svastiche in curva "perché in campo non vedo oltre la traversa". Spiega Gianluca Falsini, difensore oggi al Padova: "Giocatori di sinistra ce ne sono pochi e la nostalgia per il Ventennio ti viene per colpa dei politici contemporanei". Già. Nel campionato 2007-2008 in campo sono raddoppiati gli episodi di razzismo: sono stati sei. Mario Balotelli, stella emergente dell'Inter, italiano di origini ghanesi, così racconta l'ultima partita contro la Primavera dell'Ascoli: "Dall'inizio alla fine mi hanno detto: "Non esistono neri italiani". Era lo slogan dei fascisti, volevo uscire dal campo".


Per chi fosse nuovo del blog è bene sapere che il Calcetto e le memorabili imprese della squadra in cui gioco hanno sempre avuto, e sempre avranno, grande risalto. Non tanto perché ci gioco io, quanto per il fatto che il mondo ci acclama…


Comunque, lunedì sera è iniziata la stagione dei neonati “Discutibili”, formazione nata dalla fusione tra gli “Incredibili” e gli “Straordinari” (chiamati anche E.Traini, Montenegro ecc…). Due nomi importanti a cui non corrispondevano i risultati sul campo, così abbiamo deciso di volare basso...


Fatto sta che il match d’esordio dei biancoblù è stato travolgente. Nella prima giornata del torneo Aics contro Termoclaudia è arrivato un impensabile 10-3 con cui i Discutibili hanno strapazzato il quintetto avversario. Avversari che potevano contare su un solo elemento insidioso. Niente di tutto ciò ha però scalfito i biancoblù che già alla fine del primo tempo conducevano per 4-1. Nella ripresa il vantaggio è aumentato ulteriormente fino all’8-1 prima di chiudersi sul definitivo 10-3 sbagliando anche un rigore. Difficile, se non impossibile, trovare una falla nella prestazione dei Discutibili che con questo successo fanno già sognare i tifosi. Ottima la prova del portiere Saladini (nuovo acquisto) e dell’altra new entry Cascianelli.



Miglior realizzatore Celestini con quattro centri. Una prova che avrebbe lasciato piacevolmente colpito il tecnico dell’Inter Mourinho che lo vorrebbe al posto di Cruz. Secca la replica del giocatore/blogger: “Mourinho? Conosco Cicinho, Ronaldinho, Toquinho… Non faccio pubblicità a chi non mi paga…”.


Questo il tabellino: Saladini, Serangeli, Ghirga, Bandinu 1, Celestini 4, Cascianelli 3, Mari 2. Ps: se ci sono errori nei gol fatemelo sapere.


LE PAGELLE


Saladini 7: se l’hanno scorso uno dei problemi della formazione era l’assenza di un portiere quest’anno questo ruolo è diventato un punto di forza. Sempre presente e attento. Tarzan.

Serangeli 7: sia in panchina a dirigere, che in campo al centro della difesa gioca in tranquillità e senza timori. Sportivamente risponde ad un avversario che provocava: “Ahò, ma che cazzo voi???”. Coach.

Ghirga 7: sempre costante negli interventi e nel supporto alla squadra. Mantiene la calma ma sotto porta perde lucidità sbagliando anche un rigore. Motorino.

Bandinu 7,5: a vederlo pensi “ma dove va ‘sto secchetto?” ed invece zitto zitto dispensa assist e buon gioco. Surprise.

Celestini 8: questa volta la pagella me la faccio da solo ma attendo volontari. Comunque quattro gol, bene in difesa. Me lo merito l’8 no? Autoreferenziale.

Cascianelli 8,5: nonostante sia costantemente marcato (e picchiato…) da uno alto il doppio di lui lo manda letteralmente al manicomio. In avanti è una boa insostituibile. Cobra.

Mari 7,5: quando parte in velocità non lo fermi nemmeno con le cannonate. Due gol e soprattutto tanti contropiede che hanno intimorito gli avversari. Folletto.


Ed ora appuntamento a lunedì prossimo con la sfida al Torneo dei Rioni dove ci chiamiamo Pirgy (la prendiamo come una specie di Coppa…)