"Molti pensano che avere talento sia una questione di fortuna; forse la fortuna è questione di talento."

Jacinto Benavente y Martínez (1866-1954), drammaturgo spagnolo.



"Il genio impara solo da se stesso, il talento soprattutto dagli altri."

Arnold Schoenberg (1874-1951), compositore austriaco.



Che cos’è il talento secondo voi? La domanda appare scontata ai più ma delineare un contorno attorno a questo concetto non è per niente facile. E’ come un cristallo: ha tante facce, legate dalla stessa radice ma tutte estremamente diverse e dotate di un fascino individuale.



Bene, in una di queste facce si nasconde ciò che ha prodotto “Il Lato Chiaro”, film in digitale totalmente scritto, prodotto e girato a Civitavecchia e di cui ho già parlato in precedenza. Per chi non fosse della mia città, vi assicuro: realizzare questa opera qui è come scalare l’Everest con le infradito ai piedi…



Fabrizio Orsomando regista, attore e sceneggiatore insieme a Christian Lucidi del film, c’è riuscito riscuotendo consensi anche a livello internazionale. “Il Lato Chiaro” in questi giorni è stato proiettato a Civitavecchia in una sala del porto. Ambiente perfetto: suggestivo, comodo, hi-tech dentro e antico fuori.


TRAMA (tratta da dal sito di Fabrizio Orsomando): Ewa (Ewa Krawczuk) è un’infermiera polacca che per lavoro incontra Stefano (Fabrizio Orsomando), ricco vedovo che gestisce i soldi di una non ben precisata finanziaria. Marco (Christian Lucidi) è il ragazzo di Ewa, attore dilettante e titolare di un’agenzia di security. Ewa comincia una relazione con Stefano, lascia Marco e sparisce insieme a 20 milioni di euro sottratti alla società per cui lavora Stefano. La finanziaria non può far trapelare la cosa, probabilmente si tratta di soldi sporchi, e per non dare nell’occhio ingaggia un giovane investigatore (Massimiliano Coppa). La storia si snoda andando avanti e indietro nel tempo e, insieme all’investigatore, lo spettatore cerca di capire. Cosa lega i personaggi tra loro? chi ha fregato chi? È la storia di una truffa… la storia di due uomini e una donna legati dalla gelosia, dall’interesse, dal sentimento, dal dubbio…


L’ho visto due volte proprio per poter essere sicuro di quello che stavo per scrivere. “Il Lato Chiaro” è stato definito un “giallo psicologico”: definizione importante ma che può anche spaventare. Niente paura: la forza di questo film sta nella sua “complessità accessibile”, con una trama mai scontata, incalzante, che consente costantemente allo spettatore di rientrare nella storia anche se, per un qualsiasi motivo, non riesce a coglierne ogni particolare. Tre personaggi le cui vite si incrociano, inizialmente, grazie ai soldi. Poi tutto cambia, “subentrano altri scopi” come dice ad un tratto l’investigatore privato (interpretato da un bravissimo e sorprendente Massimiliano Coppa), figura che ufficialmente non deve esistere ed infatti non ha nome.


Cosa succeda in realtà spetta a voi capirlo cercando di intrufolarvi nei dialoghi tra gli altri protagonisti (Fabrizio Orsomando, Ewa Krawczuk e Christian Lucidi semplicemente perfetti nei rispettivi ruoli e pensare che sono attori non professionisti), assorbendo concetti, sguardi, frasi dette e non dette. Ottime le musiche di Lorenzo Fortunati.


Questo film non ti coinvolge. Ti rapisce completamente trasportandoti nei silenzi di Ewa, nello sguardo di Marco, nel sorriso amaro di Stefano e nelle intuizioni dell’investigatore privato.

Il bello della rete è che può raggiungere ogni luogo, fornendo informazioni su posti che difficilmente (per motivi di tempo, spazio o semplicemente per interesse) non vengono trattati dai media tradizionali.


Così ecco che nasce Africanews il quotidiano online sull’Africa. La cosa interessante è che, oltre ad essere scritto in italiano, i giornalisti sono tutti africani che vivono sul posto e che possono così raccontare ciò che vedono con i loro occhi e, soprattutto, senza censure.


E poi, quante volte vi siete chiesti: ma come ci vedono negli altri paesi? Cosa dicono i quotidiani europei dell’Italia? Bene su Visti da lontano, blog del gruppo Blogosfere, ogni giorno potrete trovare una sorta di rassegna stampa internazionale sull’Italia. Molto interessante e pure deprimente certe volte…



“Sir, è mio doloroso dovere annunciarle che la scorsa notte sua Eccellenza Abraham Lincoln, Presidente degli Stati Uniti, è stato assassinato, intorno alle dieci e trenta, nel suo box privato al Ford’s Theatre, in città”.


Questo è l’inizio dell’articolo originale (sinistra) del Times del 27 aprile 1865 in cui si annuncia e si racconta l’assassinio di Abraham Lincoln. Un pezzo di storia importantissimo e molto interessante. Il bello, però, è che si tratta solamente di un piccolo tassello di un puzzle immenso di avvenimenti storici racchiusi nell’archivio online del Times che racchiude tutti gli articoli apparsi sul più antico quotidiano del mondo a partire dal primo gennaio 1785.

C’è di tutto, potete scegliere qualsiasi data e leggere direttamente dalle cronache del tempo tutto il patibolo di Maria Antonietta oppure la disfatta di Waterloo. Oltre alla morte di Lincoln voglio regalarvi un’altra chicca: l’articolo (a destra) del 1888 in cui si raccontano gli atroci delitti di Jack lo Squartatore!


Per leggerli meglio vi consiglio di salvarli e poi ingrandirli, oppure stampateveli


Siamo usciti dall’Europeo. La Spagna ci butta fuori ai rigori dopo una partita brutta in cui noi, per l’ennesima volta, abbiamo dimostrato di avere problemi in attacco. Toni non ha segnato, Di Natale nemmeno. Abbiamo avuto paura di perdere. Dovevamo aspettarli, considerato il loro gioco, però abbiamo aspettato troppo... Tutta la partita. Almeno usciamo con la lotteria dei rigori. Chiellini è stato un grande.


E adesso tifo Russia.


Yoani Sánchez è giovane. Yoani Sánchez è cubana e scrive. Scrive sul suo blog Generaciòn Y che ha aperto sul sito Desde Cuba che lei ed altri colleghi giornalisti avevano inaugurato da qualche anno. Yoani ha iniziato a raccontare. Raccontare quello che vede ogni giorno uscendo di casa. Raccontare cosa significa vivere in restrizione, in un paese dal quale non si può uscire.


Così succede che Generaciòn Y comincia a piacere, a riscuotere consensi e soprattutto ad aprire la finestra su un mondo sul quale si riversa l’ideologia comune di tanti. E non importa che siano pro o contro Fidel Castro. Quel che conta è che solo chi vive a Cuba sa, e può raccontare, cosa succede a Cuba.


Questo, comprenderete bene, fa male e non piace a chi vorrebbe tutt’altro tipo di informazione (a proposito, non vi sembra un discorso già sentito???). Fatto sta che il blog in questione nell’isola caraibica è stato oscurato. Il potere della rete, però, è talmente tanto grande e furbo che non si può imbrigliare. Le parole e i resoconti di Yoani allora iniziano a viaggiare e ad informare tanto da meritare quest’anno il premio “Ortega y Gasset” il massimo riconoscimento per il giornalismo di lingua spagnola. Un premio che la blogger cubana avrebbe dovuto ritirare a Madrid, ma il Governo non le ha concesso il via libera.


Questo è un post (altri, tradotti, li trovate qui) scritto dalla Sànchez che vi invito a leggere:


L'utopia imposta


Abito un'utopia che non è la mia. Davanti a essa, i miei nonni si sacrificarono e i miei genitori consegnarono i loro migliori anni. Io la porto sopra le spalle senza potermela scrollare di dosso.


Alcuni che non la vivono tentano di convincermi - da lontano - che devo conservarla. Senza dubbio, risulta alienante vivere un'illusione estranea, accollarsi il peso di ciò che altri sognarono.


A coloro che mi imposero - senza consultarmi - questo miraggio, voglio avvertirli, da subito, che non penso di lasciarlo in eredità ai miei figli.


(10 aprile 2008)


Queste parole devono far riflettere chi - come me: non mi nascondo e non sono certo il solo – ha visto in Cuba un’oasi su cui riversare sentimenti di libertà. Una libertà (ammesso che ci sia) che, di fatto, costa caro. Tanto caro quanto ammettere che nella terra di Fidel non sono tutte rose e fiori.


Generaciòn Y è come una finestra che si apre su un giardino di rose: a vederle sono tanto belle, ma se ci cadi in mezzo le spine fanno un male cane. Nonostante tutto si cerca di non credere, di far finta di niente anche se piangi per il dolore delle punture. Forse per convinzioni ormai radicate dentro di noi. Forse semplicemente perché abbiamo bisogno di credere che esiste un cavolo di posto dove tutto va bene e dove certi valori che riteniamo nostri vivono concretamente nella realtà di tutti giorni.


Ecco, il blog della Sànchez è come la spina finale che ti fa dire “Basta! Lo ammetto. Non è come pensavo”.


Certe volte i legami di sangue sono proprio strani. Talmente tanto strani da cambiare il tuo sistema di valori, i tuoi gusti. Ecco perché, forse, non sono rimasto poi così stupito nel ritrovarmi seduto in platea ad assistere al saggio di danza di mia nipote Shaila, quattro anni e mezzo.



Un miscuglio di sentimenti tra l’orgoglioso (si, si proprio alla “quella lì è mia nipote!”) ed il sorpreso. Sorpreso di trovarmi pure coinvolto tra tutù e costumi.



Succede che, tuo malgrado, nel tuo cervello cominciano a farsi strada pensieri inaspettati. Così ecco che tra un “chissà che stanno facendo Turchia e Croazia” e uno “speriamo che Donadoni mi schiera il tridente con la Spagna, si piazzano un “minkia che arabesque!” e un “il passé développé era impreciso”...



PS: L’autore del post ritiene opportuno sottolineare, alla luce dello spettacolo a cui ha assistito e in modo del tutto obiettivo, come Carla Fracci, a confronto di sua nipote, sembri un panda ubriaco...


Aggiungo un piccolo video di Rompiblog Channel sulla partita Italia - Francia (tiè, tiè, aritiè!). Il match visto a casa de Il Rompiblog!!!!

Abbiamo bisogno di proteggerci. Ce lo dicono in continuazione. Lo leggiamo sui giornali, lo sentiamo alla radio e ce lo sbattono in faccia in televisione. Viviamo in un paese talmente tanto pericoloso da costringere il ministro della difesa La Russa a sguinzagliare i militari dell’esercito (!?!?) per le principali metropoli italiane.


Roba da terzo mondo. Ed infatti il Governo, che ci vuole tanto bene, è andato a risolvere i nodi cruciali che affliggono i cittadini.


Il problema rifiuti? Di più

L’emergenza abitativa? Deppiù

L’avanzare crescente dei “nuovi poveri”? Depppiù

Il precariato? Maddechè, molto depppppiù


Ma possibile che voi retrogradi capelloni dal piglio bolscevico non sappiate pensare ad altro che a voi stessi? I problemi sono altri: sono le intercettazioni, c’è un Premier bersagliato da giudici cattivoni (bu!) e meno male che ci pensa il Parlamento.


Ah! Ah! Ma per voi è finita la pacchia perché in strada arrivano 3000 militi! (o mitili?) Occhio anche al gabinetto! (vedi vignetta di Macchia Solare in Foto del Giorno)


A proposito di fotografia su Repubblica c’era un servizio sui “Photobomber” cioè quelli che rovinano le foto. Guardate qui perché alcune sono esilaranti.


Dopo cotanta amarezza ecco uno che se la passa meglio di noi. E’ un passero (credo) piccolissimo che hanno trovato dei miei amici. E’ piccolo e caduto dal nido (speriamo ce la faccia) l’ho filmato mentre dormiva beato beato al termine di un’abbuffata.



Visto e considerato che noi italiani non riusciamo a disputare un competizione internazionale senza soffrire o attaccarci ai risultati altrui, in questa edizione degli Europei ci ritroviamo nelle mani della squadra dell’amico (appellativo da confermare martedì sera…) Marco Van Basten.


Contro la Romania sono arrivati altri torti arbitrali. Non è per lamentarsi, però… lo ha detto pure l'arbitro. Certo, certo abbiamo giocato bene ma se segniamo un gol ogni tanto non fa male. Lo so, però cosa volete sono ragazzi e si divertono così.


Inoltre si parla di “biscotto” (nella foto). L’Olanda ha tutto da guadagnare nel far vincere la Romania: fa fuori Italia e Francia. Dopo chi li ferma più?


D’altro canto è difficile pensare che una squadra che rifila tre gol all’Italia e quattro alla Francia (aggiungiamo pure: che gol) e gioca il miglior calcio che si è visto fino ad ora (pure Spagna e Portogallo non mi sono dispiaciute) riesca a perdere contro la Romania. Per farlo dovrebbero entrare tutte riserve, per di più zoppe.


Insomma, intanto si pensi a vincere con la Francia: impresa per niente facile. Certo che battere Domenech… Sai che goduria…



Da Repubblica di Firenze.

Il capriolo con un solo corno al centro della fronte invece delle classiche corna biforcate che vive all'interno del gruppo di suoi simili monitorati dal Centro di scienze naturali di Prato. Si tratta di un esemplare giovane: ha infatti solo 10 mesi. La madre era arrivata nel centro alcuni anni fa ferita dopo essere stata investita da una vettura nella zona dell'Appennino pistoiese. Al centro l'hanno curata e poi liberata nel parco, la scorsa primavera ha incontrato un maschio e dal loro amore è nato l'unicorno. Foto di Carlo Ferraro”.


Eccolo qui. Uno se lo immaginava innanzitutto cavallo, rigorosamente bianco, e abitante in zone inesplorate e inaccessibili a noi poveri umani.


Invece l’unicorno è una specie di Bambi ruminante dagli occhioni languidi che vive in Toscana, a Prato per la precisione. Simpatico. Indubbiamente.


Certe volte, però, i miti è meglio che rimangano tali. No?


Quando la giornata è no lo si capisce subito. Lo si capisce dalle piccole cose: da uno sguardo, un soffio di vento, quella piccola stretta che prende allo stomaco quando già sai come andrà a finire.


Che non sarebbe stato tutto rose e fiori, ma tulipani e ortiche, per l’Italia di Donadoni lo si era capito sin dal pre partita Rai.



Lo si era capito da Franco Lauro che faceva rivedere il gol segnato da Sandro Mazzola proprio il 9 giugno del 1968. “Allora Sandro eri campione d’Europa, chissà che a distanza di quarant’anni...” Si pronunciava nello studio della tv pubblica, facendo partire in me un movimento automatico del braccio che portava la mano lì dove non batte il sol.



E quello che era un flebile tocco apotropaico diveniva sfregamento sostenuto allegro-andante alla presentazione del duo difensivo centrale Materazzi – Barzagli (Barzagli, sigh! sob!) da parte di Failla e Tardelli. “Marco, è un duo inedito, non hanno mai giocato insieme potrebbero esserci delle belle sorprese”.


“L’arbitro svedese Peter Frojdfeldt ha arbitrato due volte l’Italia e nella prima occasione perdemmo”. Diceva Marco Civoli a Salvatore Bagni (Sigh! Sob!) mentre freneticamente cercavo il grattacacio...



Poi quella formazione, inspiegabile. E quelle maglie arancioni, con pantaloncini bianchi e calzettoni celesti (!?!?) che spuntavano ovunque e segnavano, attraversando un centrocampo spalancato come una finestra in piena estate e affondavano nel centro di una difesa della consistenza di un orsetto gommoso. Tre a zero.



Roberto Donadoni: “non abbiamo giocato malissimo, abbiamo preso due gol evitabili ma non è vero che l’Olanda ci ha sovrastato”.



Sigh! Sob!



C’era da aspettarselo. Prima o poi doveva succedere. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha dichiarato guerra alle intercettazioni telefoniche. “Siamo un paese sotto controllo” ha detto Alfano aggiungendo anche che le intercettazioni sono troppo costose.


Insomma se il disegno di legge passerà, si potranno utilizzare le intercettazioni solo per i casi di mafia e terrorismo. Ma, scusate, Calciopoli, Vallettopoli ecc… come sarebbero emerse senza di esse????





Diciamoci la verità, chi di noi almeno una volta non si è messo a giocare con i mattoncini della Lego? Un nome e un gioco nato dalla mente del danese Ole Kirk Christiansen nel 1916 e divenuti un cult nell’infanzia (e non solo…) di generazioni e generazioni.


Gli omini della lego hanno vestito praticamente tutti i ruoli possibili e immaginabili: vigili del fuoco, poliziotti, carabinieri, cavalieri, dame, cuochi ecc…


Ecco, allora, la geniale iniziativa del fotografo Balakov che ha reinterpretato, in chiave Lego s’intende, alcune delle più famose opere fotografiche della storia.


Qui la galleria.

Dal 13 al 30 Giugno alla Darsena Romana del Porto di Civitavecchia verrà proposto al pubblico, in prima assoluta, il film “IL LATO CHIARO”, film interamente girato da civitavecchiesi a Civitavecchia, selezionato e vincitore della sezione “giallo psicologico” al Festival Internazionale di Cinema Digitale di Lione.

Ciò che propone la I_elle_C Produzioni Cinematografiche non è la semplice visione di un film, ma un’esperienza multimediale assolutamente nuova e particolare. Impianto digitale, otto postazioni video, possibilità di vedere trailer, interviste, foto, parlare coi protagonisti della produzione, attori e molto altro.

Questo evento è la prima tappa di un progetto più ampio, che prevede tra le altre cose un festival internazionale di cinema digitale (altra novità per la città di Civitavecchia) e una trasposizione del film “Occhi di Serpente” di Abel Ferrara attraverso diversi happening cine-teatrali.

Il tutto alla ricerca di nuovi linguaggi e nuovi, coinvolgenti modi di proporre arte a tutti i livelli.

Il primo evento, come detto sopra, è la visione de “IL LATO CHIARO”.

L’ingresso alla sala è di 10 euro, comprensivi di tessera associativa alla I_elle_C Associazione Culturale che permetterà di avere riduzioni alle successive proposte della associazione. Inoltre con la tessera sarà possibile accedere, in futuro (per esempio in occasione del festival internazionale), alle postazioni multimediali per conoscere dettagli in più sui film proposti.

Per orari, prenotazioni e informazioni lasciate un commento sul blog di Mister Iksel.