Che la nostra non sia più una categoria unita come un tempo, va bene. Ma non sarà troppo?


Via Repubblica.it

Una giornalista dell'ufficio stampa del Campidoglio accusa: sono stata spintonata e insultata da un collega di Radio Capital. "Ero al botteghino per ritirare alcuni accrediti per il Golden Gala - dice l'accusatrice, Giovanna Ianniello - quando un tizio, che poi ho scoperto essere un caposervizio di Radio Capital, Giuseppe Perrelli, ha cominciato ad insultarmi". Al botteghino. ammette poi, "sono stata probabilmente qualche minuto di troppo, ma solo perché aspettavo che mi dessero degli accrediti". Proteste dalla gente in fila poi - termina il racconto - qualcuno la apostrofa: "Anche io sono un giornalista e sto in fila, sei una fascista, tu e il sindaco Alemanno siete due fascistì'. Secondo il racconto della Ianniello, nella successiva discussione Perrelli l'avrebbe spinta facendola cadere. Sette giorni di prognosi.

Parte subito una guerra di comunicati. Il Cdr dell'ufficio stampa di Roma Capitale "esprime solidarietà alla collega" e "stigmatizza decisamente l'episodio, doppiamente grave per aver riguardato una donna". Ribatte il Cdr di Radio Capital: "La ricostruzione dei fatti è, per noi, destituita di qualunque attendibilità, e il collega Perrelli si riserva, se necessario e nelle sedi competenti, di suffragare la sua versione con le opportune testimonianze". Conferma Perrelli: "Non ho mai aggredito la Ianniello, è tutto falso. E' stata lei la prima ad insultare e ci sono tanti testimoni che possono confermare la mia versione, poveri signori che facevano la fila, la stessa degli accrediti dei giornalisti, per cercare di ritirare i biglietti ticket one". Intanto interviene pro Ianniello il ministro della Gioventù Giorgia Meloni: "Campagna di odio politico", "segnali preoccupanti". Con lei il sindaco Alemanno: "Usare violenza contro qualcuno è sempre sbagliato, farlo nei confronti di un collega è ancora peggio. Quando poi ad essere oggetto di un'aggressione è una donna non c'è alcuna giustificazione".

A questo punto la reazione del direttore di Radio Capital Vittorio Zucconi: "La direzione di Radio Capital avverte amichevolmente la signora Giovanna Ianniello, che sta diffondendo a organi di stampa racconti su un'immaginaria aggressione, evento smentito dai testimoni oculari ma prontamente ripreso e strumentalizzato da esponenti politici nazionali per lanciare una campagna di odio contro Radio Capital a fini di propaganda elettorale, che se persisterà nel suo deplorevole comportamento sarà denunciata all'autorità giudiziaria per diffamazione".

Affittatelo. Ero scettico all'inizio perché quattro premi Oscar mi sembravano forse un po' troppi. Beh, toppavo alla stragrande. Bella la storia, ottima l'interpretazione di Colin Firth e Geoffrey Rush (che è bravo anche quando non è vestito da pirata). Un futuro re riluttante e balbuziente, un logopedista improvvisato ed eccentrico, un mezzo potente come la radio che si fa strada di pari passo con una guerra che pare sempre più inevitabile. Gran film. Lo consiglio.
Tanto lo sapete già da voi che questo blog è nato ANCHE per parlare di libri, dunque evito il preambolo e vado al dunque. L'autore di Johnny Nuovo (Carta Canta Editore) lo conosco. Mauro Evangelisti è un giornalista del Messaggero. A dir la verità l'ho conosciuto prima come scrittore quando ha vinto il "Premio Carver 2010". La prima volta (e poi pure la seconda...) che ho sentito parlare di Johnny Nuovo mi sono detto "minchia, come possono esserci tutti questi spunti in un libro di nemmeno 110 pagine?".


Bene, dopo averlo letto posso dirvi che sarà il dono della sintesi del giornalista, oppure più semplicemente bravura, ma Evangelisti ha prodotto un concentrato di emozioni e di riflessioni che si legge tutto d'un fato. Plasmare un bambino (Johnny) rinchiudendolo in una stanza per tutta la vita è il modo migliore con cui K pensa di poter portare alle estreme conseguenze la sua mania del controllo.


K è freddo, calcolatore e fa paura ma l'inquietante lucidità dei suoi ragionamenti ti ingloba senza che neanche te ne accorga. Ogni pagina è un salto in avanti o indietro nel tempo o una tappa nel presente per una storia il cui ritmo scorre via liscio come l'olio. Antonio, il pubblico ministero donna, il ristoratore sono solo alcuni dei personaggi, anzi dei mondi compiuti, che si mescolano nelle pagine di Evangelisti incastrandosi in perfetta armonia.


Niente politicamente corretto, niente "amore e felicità per forza". Almeno non per tutti. Non vivono tutti felici e contenti. Ma per sapere chi dovete leggervi "Johnny Nuovo".