Scampoli: L'opera galleggiante di John Barth

"Mi interesso di parecchie cose, e non sono entusiasta di nessuna. Indosso vestiti costosi. Fumo sigari Robert Burns. Bevo di preferenza Sherbrook Rye e ginger ale. Leggo molto senza metodo: cioè, ho un mio metodo, ma non è ortodosso. Non

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La storia raccontata da Associated Press

Sul Post.it pubblicano una galleria fotografica delle immagini di Associated Press che hanno fatto la storia del fotogiornalismo. Alcune sono famosissime ma quella che pubblico non la ricordavo. Dalla didascalia si legge: "Un iracheno cerca di rassicurare suo figlio di

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Una volta sono arrivato secondo, e non potevo chiedere di meglio

Sul blog l'ho raccontato già tempo fa. Nel 2010 con un racconto "Destinazione Terracina" sono arrivato secondo al concorso "Si Scrive Terracina" all'interno del Tbf. Da qualche settimana il racconto si trova in una raccolta che appena possibile vi dirò

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Con quelle cerchie un po' così. La solitudine di Google+

Me ne torno casa con le cerchie vuote e le pive nel sacco. Riemergo al mondo dopo settimane monocromatiche trascorse nel candido bianco di Google+. Ogni tanto, però, butto un occhio perché vista l'aria che tira possibile che lo chiudano

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All'Italia dei Valori gratis è bello (?)

Ciro Pellegrino fa giustamente notare la leggera incoerenza dell'Idv che, battendosi contro il precariato, cerca dieci stagisti aggratise.  "Viene da chiedere se per certe formazioni politiche come Idv il precariato è una iattura o una opportunità. E infatti, lo stiamo

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Scampoli. L'ha mai vista una faccia riflessa in un cucchiaio?

"Come va da queste parti? Pecorelle smarrite in vista? Ma figuriamoci. Cadaveri. L'ha mai vista lei una faccia riflessa in un cucchiaio? Il genere umano è tutto più o meno così, dopo mezzanotte". "Di solito non mi esprimo, per il

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Qualche volta succede che li ritrovi così, quasi per caso. Dico i racconti che uno scrive. Li tieni lì dopo averci magari faticato qualche notte e nemmeno li saluti più. Non si fa. E questo poi di racconto nel 2010 è arrivato in finale al Garfagnana in Giallo. Si intitola "La Nota Dolente" e ve lo potete leggere qui o scaricare. Basta che poi mi dite che ne pensate.


La Nota Dolente
La Stampa.it pubblica il testo inedito dell’ultima lezione di giornalismo tenuta da Indro Montanelli all’Università di Torino il 12 maggio del 1997. Vale la pena leggerla tutta ma alcuni passi, per chi ama questo mestiere, sono da brividi. Nel bene e nel male. 


"(...)Il giornalismo è stato la grande vocazione della mia vita. Vi confesso però che, sebbene abbia amato e continui ad amare questo mestiere, non posso consigliare a nessun giovane di intraprenderlo oggi, perché credo che il giornalismo sia ormai al capolinea. 
Dovrebbe trasformarsi completamente, in un senso che non so prevedere. Sono attaccato a dei ricordi e provengo da una certa scuola, e a quest’età mi è molto difficile pensare a qualcosa di diverso. Spero per voi che abbia luogo una trasformazione completa, che tenga conto dei fatti gravi accaduti nel tempo - tra cui molte colpe e deviazioni dei giornalisti -, dell’ingresso di tecnologie nuove, di tutto un ribaltamento del costume. Il giornalismo classico, dal quale non mi saprei mai distaccare, è impossibile che si possa adeguare. 
(...) Il pubblico è uno strano animale, sembra uno che capisce poco ma si ricorda, e se vi giocate la sua fiducia siete perduti. Questa fiducia bisogna conquistarsela seriamente e faticosamente, giorno per giorno. Questo non ci mette al riparo dall’errore, ma impone l’obbligo di denunziare noi stessi, quando ci accorgiamo dell’errore, e di chiedere scusa al lettore. Se volete fare questo mestiere, ricordatevelo bene. È un mestiere che richiede molta umiltà, molta, e il protagonismo è in contrasto con questa legge fondamentale. 
(...) noi siamo sempre pagati poco, questo mestiere non si fa per i soldi. Anzi, se incontrate un giornalista ricco, diffidatene. Il giornalismo non conduce alla ricchezza, può condurre al benessere, per carità. Io non mi lamento affatto, ho quanto mi basta e anche di più per campare bene. Ma il giornalista ricco è un giornalista che puzza perché si è servito del mestiere per raggiungere altri obiettivi. Un giornalista che si asservisce al mestiere - chiedendo scusa al procuratore Maddalena - lo fucilerei. (...)  Se volete fare questo mestiere, questo è l’impegno che dovete assolvere. Per farlo non c’è sofferenza che ve ne possa sconsigliare, e questo mestiere è bellissimo. Non conduce a niente ma è bellissimo. Il giornalismo si fa per il giornalismo, e per nessun’altra cosa.

La Carta di Firenze è realtà: i giornalisti dicono stop allo sfruttamento selvaggio

p { margin-bottom: 0.21cm; } Scrivereste di camorra per 2 euro a pezzo? Riuscireste a fare informazione con l'ultimo stipendio preso, se va bene, sei mesi prima? Pensereste mai che le pagine dei quotidiani che leggete o i servizi di

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Giornalisti e giornalismi: diretta Twitter da Firenze

new TWTR.Widget({ version: 2, type: 'search', search: '#cartafi', interval: 30000, title: 'Giornalismi e Giornalisti', subject: 'Verso la Carta dei Diritti di Firenze. Stop al precariato nel giornalismo!', width: 'auto', height: 300, theme: { shell: { background: '#8ec1da', color: '#ffffff' },

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Giornalisti precari: che succede a Firenze?

Domani e sabato a Firenze succede qualcosa, si spera, di importante. Con "Giornalismi e giornalisti: libera stampa, liberi tutti" si apre una due giorni di confronto per stilare una Carta deontologica che costringa i giornali a riconoscere un giusto compenso a

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R. I. P.

Se ne è andato Jobs, uno che a modo suo ha cambiato il mondo. E in meglio.

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Me la fai un'inchiesta per 15 Euro?

Quella che è andata in onda ieri sera su Presa Diretta è la verità su quello che succede nel nostro mondo, quello giornalistico. Per chi non l'avesse vista la consiglio, se ne parla per i primi 20 minuti. Guardatela, riflettete

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