"Cronaca di un legame di sangue": il decalogo di Fabrizio Gabrielli

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Il giorno della presentazione del mio libro l'organizzatore dell'evento (grazie, grazie, grazie), Fabrizio Gabrielli (scrittore di cui vi ho già parlato e blogger) ha sfornato un "decalogo" che voglio condividere con voi lettori del blog. Eccolo.

Di Fabrizio Gabrielli

Dieci buoni motivi per invitarvi a non leggere “Cronaca di un legame di sangue”


1) Non leggete “Cronaca di un legame di sangue” se avete paura di trovarvi, nascosto tra
le righe, troppo Damiano Celestini: dopotutto, come dice Kundera, “Un autore non parla forse sempre che di se stesso?”


2) Non leggete “Cronaca di un legame di sangue” se certi scenari di deriva revanchista,
nostalgicamente destrorsa vi spaventano. E! vero che l!uomo non sopporta troppa realtà, sosteneva T.S. Eliot, e quindi non dovrei biasimarvi. Ma troppa o poca, e che vi piaccia o no, la realtà è questa. Tant'è.


3) Non leggete “Cronaca di un legame di sangue” se la non-accettazione della diversità vi
sembra un tema demodé, retrò, trito e ritrito. E! invece più che mai attuale, e Damiano non ha fatto che fotografarla, da bravo giornalista: “Giornalismo è ciò che domani sarà meno importante di oggi”, citando Gide.


4) Non leggete “Cronaca di un legame di sangue” se avete inviato al Ministero dell!Interno
la vostra domanda per la costituzione d!una Ronda. Potreste provare il desiderio di citare Celestini per diffamazione, ed il ragazzo non è che al primo libro: lasciatelo lavorare in pace!


5) Non leggete “Cronaca di un legame di sangue” se amate Frank Sinatra. Potreste
cominciare ad odiarlo.


6) Non leggete “Cronaca di un legame di sangue” se Frank Sinatra v!inquieta leggermente.
Potreste veder quel “leggermente” scomparire.


7) Non leggete “Cronaca di un legame di sangue” se pensate che i giornalisti siano tutti
servili leccaculo, poco preparati, sempre pronti al complotto. Potreste vedere le vostre convinzioni disattese, e se aveste quelle convinzioni, tutto vorreste fuorché esser contraddetti.


8) Non leggete “Cronaca di un legame di sangue” se non credete possibile che a qualcuno
possa passar per la testa di imbracciare un fucile a canna mozza e far fuoco sul “diverso” seguendo l!illogica silloge “diverso” - “pericoloso”. E badate bene, non è un j'accuse. Piuttosto, un je regret. Non possiamo che provare rammarico e dispiacere, di fronte a certi eventi.


9) Non leggete “Cronaca di un legame di sangue” se non credete fermamente che ogni
libro, per il solo fatto che esiste, sia necessario.


10) Non leggete “Cronaca di un legame di sangue”, ma almeno chiedetevi... perché non
dovrei leggerlo? E allora, poi, leggetelo, e guardatevi allo specchio quando penserete a quanto sareste stati superficiali se vi foste negati una lettura in più. Quella di “Cronaca di un legame di sangue”.
domenica 9 agosto 2009


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