LIBERTA' DI STAMPA: IL FUTURO E' NEI BLOG?

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di ANDREA BENEDETTI MICHELANGELI*


Non è per fare una sviolinata al mondo dei blogger e neanche all'amico Damiano, che ha la cortesia di ospitarmi e il merito di avere aperto e tenere vivo questo spazio. Però è un fatto che se si vuole leggere qualcosa di vero, magari di scomodo, se si vuole lanciare un dibattito, se c'è il desiderio e l'interesse di approfondire qualche argomento spinoso, il modo migliore è rivolgersi ai blog.




Questo perché la stampa del nostro Paese, che Freedom House ha giustamente declassato a "parzialmente libera", colorando l'Italia di giallo (in Europa solo la Turchia vanta lo stesso colore, mentre in tutte le altre nazioni brilla il verde: bel "primato"), è sempre meno libera, più controllata. Di regime, per dirla con un termine che rende al meglio l'idea. E anche quella che un briciolo di autonomia lo ha mantenuto, ha comunque sempre meno voglia di "disturbare il manovratore".




Certo, c'è ancora qualche giornale di frontiera ("Il Manifesto" per esempio), ma è talmente etichettato e in ogni caso talmente schierato, che lanciare e alimentare un dibattito scevro da appartenenze e preconcetti risulta impossibile. Benvengano i blog, dunque. Non solo: crescano, si sviluppino. Specie tra le nuove generazioni, lontane non tanto dal mondo dell'informazione (fosse una scelta voluta non sarebbe nemmeno da biasimare), quanto piuttosto dal bisogno di informarsi.




E' su spazi come questo creato da Damiano che si può sopperire al deficit di democrazia da cui è sempre più affetta l'Italia. "Fogli" telematici in cui si possono trovare notizie inedite, proporre argomenti, effettuare denunce, in cui si può interagire. E magari dare vita a una rete di contatti, a uno scambio di idee e di informazioni che bypassi l'informazione ufficiale, eterodiretta, quasi sempre propagandistica, e sia la base per una nuova società civile, più consapevole e capace di farsi largo da sola. Capace di riconquistare squarci di democrazia, di partecipazione che man mano stanno venendo meno.




Chi frequenta questo e altri blog, perciò, non si limiti a visite per così dire "private". Li utilizzi. Intervenga, proponga, soprattutto li pubblicizzi. Inviti amici e conoscenti a guardare, prendere parte, confrontarsi. L'unione fa la forza, recita un celebre adagio. In questo caso occorre essere in tanti per maturare una nuova coscienza, civile in primis, che aiuti l'Italia a uscire dalla realtà virtuale, dalla fiction in cui è precipitata. Dobbiamo farlo per noi che ci viviamo e che l'amiamo e in particolare per le generazioni che verranno.




*Andrea Benedetti Michelangeli è un giornalista professionista del Messaggero




Accolgo con molto piacere l'intervento di Andrea e ritengo molto importante che una delle strade da seguire per il futuro dell'informazione libera di questo paese arrivi da un giornalista, da un professionista dell'informazione. Personalmente resto, in quanto appartenente (seppur in qualità di semplice pubblicista e collaboratore) alla categoria giornalistica, convinto del ruolo che i mezzi d'informazione possono avere nella creazione di una società civile consapevole e matura. I blog, la partecipazione delle persone, però, possono e devono aiutare il giornalismo italiano ad uscire dall'autoreferenzialità in cui vive sin dagli albori della sua storia e che lo hanno condotto a quella "libertà parziale" di cui parla Freedom House. Di fronte ad un giornalismo che non riesce più ad entrare nella quotidianità dei cittadini, devono essere i cittadini ad irrompere con fermezza nelle redazioni.




E questo blog vuole e desidera che anche voi esprimiate la vostra opinione in merito. Nessuno vi sbatterà la porta in faccia.




Damiano



lunedì 4 maggio 2009


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