SENATORE MARINO, COSI' NO

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Ospito con piacere un intervento di Andrea Benedetti Michelangeli, giornalista del Messaggero. Sottoscrivo parola per parola...
"No senatore Ignazio Marino, così no.

Per carità, la questione morale nel Pd, in quel che è rimasto dei partiti della sinistra, è non solo importante ma fondamentale. Però legarla al caso dello stupratore seriale no. Ho sempre ammirato la sua nettezza sulle questioni etiche e sto seguendo con curiosità e interesse la sua discesa in campo per la segreteria del Pd, partito che, dopo lunga e sofferta riflessione, mi sono convinto possa essere l'ultima speranza per costruire una grande forza riformista in Italia. Non certo il Pd di questo infausto anno e mezzo; il Pd che sa solo rinvigorirsi per criticare Berlusconi ma che quanto a proposte latita, specie sui temi centrali della nostra società. E infatti non ho ancora avuto il "coraggio" di iscrivermi e neppure di impegnarmi quantomeno come aspirante militante di questa che al momento rimane più o meno un'"Armata Brancaleone".
Finora il suo impegno mi è sembrato confinato ai temi della laicità, il testamento biologico in primis. Però, ripeto, sto seguendo le sue mosse con attenzione per capire se lei possa essere un buon segretario per il partito. Ma la sua ultima uscita mi ha francamente gelato. Lo stupratore seriale di Roma è un uomo malato, dalla doppia vita. E' vero che aveva quella macchia del tentato stupro di 13 anni fa, ma è altrettanto vero che la fidanzata, gli amici, i collaboratori del partito, i vicini di casa, i conoscenti ne parlavano bene. Lei ha ragione quando pone il problema della selezione della classe dirigente del partito, che deve essere attenta e rigida, ma un partito di sinistra non deve avere tra i suoi principi anche quello di accogliere persone che in passato hanno commesso errori, sia pure gravi? E' un principio di solidarietà ed è anche uno dei fondamenti del cattolicesimo, cui lei si richiama (io non sono credente) e che unisce tanti iscritti del Pd.
Allora le chiedo: cosa c'entra mischiare questa dolorosa (da qualunque parte la si guardi) vicenda con la questione morale del partito? Così invece di dare forza alla sua battaglia le toglie vigore. Semmai la si poteva utilizzare per dimostrare come sia fragile il nostro sistema giudiziario e sanitario e come sia facile passare attraverso le sue maglie.
Un'altra cosa non mi piace: secondo me è sbagliatissimo usare questi toni in qualunque campagna elettorale, vieppiù in una campagna elettorale "interna", che deve portare all'elezione di un segretario. Così si rischiano una guerra senza quartiere, un dibattito strumentale, schieramenti con amici e nemici. Proprio quello di cui non c'è bisogno se si vuole costruire una forza nuova, partecipata, solida.
L'unica speranza della sinistra, dicevo, può essere il Pd. Ma per essere speranza il Pd deve discutere, anche in modo crudo, delle sue enormi contraddizioni con sincerità e senza riserve mentali. La corsa alla segreteria deve essere aspra se necessario, ma trasparente e basata su contenuti forti. E soprattutto va dato corpo a un vero partito nel quale se c'è qualcuno che perde non pensi subito a una scissione. Un partito laico, dove il dissenso possa essere palese ma, oserei dire, dove non guasterebbe un pizzico di "centralismo democratico" stile Pci, nel quale una decisione presa a maggioranza venga se non sostenuta da tutti, almeno accettata da tutti.
Occorrono ricette chiare su come affrontare tanti problemi che affliggono un'Italia in profonda e prolungata crisi culturale. Il primo, per me, è quello di creare regole certe e dignitose per l'ingresso delle nuove generazioni nel mondo del lavoro, preoccupandosi di ridurre le differenze, ora enormi, tra chi ha un'occupazione fissa e salvaguardata e chi invece non ha un bel niente. Discussione assolutamente centrale da affrontare anche e soprattutto con i sindacati. E poi ci sono i temi etici, la sicurezza e l'integrazione, una fiscalità più equa, legata anche all'ingresso nel mondo del lavoro, la scuola, l'università e la ricerca su cui lei può dire molto, la questione morale, naturalmente, che riguarda tutto il Paese e parecchio anche il Pd e tutti i partiti di sinistra pieni di carrieristi che lavorano grazie alla politica e non sono per niente al suo servizio. Ma lanciare la questione morale come ha fatto lei rischia di rivelarsi un boomerang. Ci sono vicende che possono essere prese ad esempio per porre al centro dell'attenzione un problema. Questo è stato un pretesto, utilizzato per di più con pessimo gusto.

E' un'opinione, senatore Marino. Se avrà modo di leggerla, spero ne possa prendere atto con serenità, la stessa che mi ha spinto a questo intervento per contribuire a un dibattito che mi auguro senza veli ma anche senza ipocrisie".
lunedì 13 luglio 2009


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