Blacklands di Belinda Bauer

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Sono rimasto incollato davanti a questo ebook il più a lungo possibile durante la notte (l'unico momento in cui riesco a leggere per motivi di tempo). In alcuni casi mi sono ritrovato alle quattro del mattino senza nemmeno rendermene conto. Il ritmo con cui Belinda Bauer  (Marsilio Editori) ha scritto e costruito Blacklands è così serrato che definirlo incalzate può apparire un eufemismo. 
Questa la trama: Steven Lamb ha dodici anni anni, e passa il suo tempo a scavare buche nell'Exmoor. Spera di trovare il corpo di suo zio. Sono passati quasi vent'anni da quando il piccolo Billy, allora undicenne, è scomparso, probabilmente vittima del serial killer Arnold Avery, ora in carcere. Eppure, la nonna materna di Steven lo sta ancora aspettando, mentre la famiglia intorno a lei va in pezzi, incapace di superare una perdita così crudele. Per chiudere finalmente i conti con il passato, Steven decide di scrivere ad Avery una lettera anonima, chiedendo indicazioni sul luogo in cui ha sepolto Billy. Ma quando Avery capisce che ha di fronte un bambino, in lui ritorna prepotente l'istinto del killer.
La capacità della Bauer di rendere distintamente i pensieri del piccolo Steven e di Avery in un'alternanza tra inconsapevole ingenuità e lucida perversione omicida rapisce il lettore sin dalle prime pagine. Il piccolo protagonista, spinto dalla voglia di ritrovare il corpo dello zio per ricucire (per non dire fondare ex novo) un rapporto soprattutto con la nonna, matura con il passare dei capitoli mentre il serial killer, all'inizio sicuro e chirurgico nei suoi pensieri, perde il controllo compiendo enormi passi indietro.

Un poliziesco, vero, ma senza troppe tinte splatter. Pensare che la Bauer è un'esordiente. 

Questa recensione rientra nel progetto lanciato da Marsilio Editori di cui ho parlato qui.
martedì 24 gennaio 2012


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