SEI NAZIONI. DIECI ANNI DI CRESCITA AZZURRA

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di ALESSIO VALLERGA

Sono passate 10 edizioni dal 5 febbraio del 2000. Grazie alle imprese epiche degli Azzurri di George Coste e capitan Giovannelli, l’Italia quel giorno ha esordito nel torneo più antico del mondo, il Sei Nazioni di rugby. Dieci anni in cui di sganassoni ne abbiamo presi tanti e spesso pure sonori. Ma l’insegnamento che il movimento (inteso come Federugby, giocatori e appassionati) ne ha tratto è stato grande, come d’altronde insegna questo sport. Nel mondo in cui soldi, investimenti, spot e risultati immediati contano più delle lezioni di vita da impartire ai bambini, l’Italrugby ha saputo costruire mattone su mattone quella che oggi è una casetta con giardino ma che nel futuro potrebbe diventare una tenuta. Ci sono voluti fatica, impegno, delusioni cocenti.


Dopo 10 edizioni eccoci qui, 7 febbraio 2009 a guardare negli occhi gli inglesi, quelli stessi inglesi che hanno alzato l’ultima barricata per non farci entrare nel salotto buono dell’ovale. Chissà, forse già nel ’99 temevano che saremmo cresciuti, fatto sta che oggi conto l’Italia nessuna delle altre cinque è più tanto contenta di giocarci. Ne sanno qualcosa Scozia e Galles, le uniche che abbiamo battuto finora. Tre anni fa pareggiamo al Millennium di Cardiff e fu festa, due anni or sono espugnammo Murrayfield, al punto che a Roma si assistette a deliri inimmaginabili e a Edimburgo cadde una depressione tale che la nebbia autunnale di quelle latitudini sembrava il sole dei Caraibi. Le altrui passeggiate sono finite, così come questi sorrisi pietosi del tipo: “Vabbé, dopo la quinta meta mettiamo dentro le riserve, almeno vi limitiamo i danni”. Eh no, adesso ci vogliono le ruspe, mica gli scalpelli: gli Azzurri vanno affrontati con rispetto perché se lo sono conquistato sul campo a forza di polpette al fango e placcaggi al sangue.


Gli irlandesi, con cui abbiamo molte più cose in comune di quanto non si immagini, se ne sono accorti al punto di dirci: “Vi vogliamo nella nostra lega”. Ed eccole due squadre, che forse si chiameranno Lupi e Dogi, che dall’anno prossimo affronteranno le “franchigie” scozzesi, gallesi e irlandesi. Stiamo ancora litigando sul come, dove, quando e perché, come da nostri amati costumi, se non altro però il presidente federale Dondi ha preso la decisione d’imperio e in qualche modo ci presenteremo all’invito.


Tornando all’attualità, il tecnico della Rosa Martin Johnson, un tizio qualunque che nel 2003 ha alzato la Webb Ellis Cup ossia la Coppa del Mondo del rugby, ha spedito l’apertura italo-inglese del futuro Danny Cipriani fra le riserve, per sostituirlo con il più esperto Andy Good. Per non parlare del 35enne Julian White, strappato alle sue amate pecore per la Maglia Bianca, che non veste da due anni. Insomma dire che ci temono forse è troppo, ma ci rispettano senz’altro e fanno bene. Perché l’Italia di Nick Mallett (record di vittorie consecutive sulla panchina del Sudafrica) si sta plasmando e abituando a quelle nuove regole rimasteci un po’ indigeste.


Abbiamo una mischia capace di arare acri di erba e avversari e una linea di tre quarti potente ma forse non troppo incisiva. Ci manca il mediano di mischia, il cervello che indirizza le tonnellate di muscoli. In quel ruolo il tecnico ci ha messo Mauro Bergamasco, uno che se stesse prendendo meta placcherebbe pure il Padreterno e che, sotto la saggia guida di Alessandro Troncon, sta facendo progressi incredibili. La realtà è che, come nel più classico italico-pensier, ci tocca alzare le barricate, per limitare i danni. Il coach anglo-sudafricano s è accorto subito della funzionalità del catenaccio, per questo preferisce colpire più di scudo che di frecce.


Difficile che vinceremo, sicuro non si faranno prigionieri. Come 10 anni fa, ci tocca l’esordio del Sei Nazioni. La BBC ci farà le pulci, le gambe ci tremeranno entrando nella cattedrale di Twickenham sia con i tacchetti sia attraverso gli schermi tv. Ma da 10 anni a questa parte (forse) qualcosa è cambiato.

sabato 7 febbraio 2009


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3 commenti:

mauro bianco levrin ha detto...

Ciao...complimenti per il blog!Ti puo' interessare uno scambio link?
Grazie fammi sapere...

L'Acchiappa Mosche

Anonimo ha detto...

Linkato!
Scambio di link ok...

Ciao
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Andrea De Luca ha detto...

non seguo molto il rugby