ERA LA STAMPA, BELLEZZA...

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Lo guardo mentre me ne sto seduto di fronte al pc. E' qui vicino che mi guarda e sembra dirmi “sfogliami, ti prego, sfogliami”. Qualcuno ha già iniziato cantare il De Profundis della carta stampata, qualcun altro come ad esempio Vittorio Sabadin, ha stabilito nel libro “L'ultima copia del New York Timesche l'ultimo cliente della versione cartacea del famoso quotidiano americano si presenterà in edicola nel 2043. Lì si sancirà la fine della carta stampata. Da tempo, ormai, si discute sulla data della fine del giornale e con l'avvento della crisi economica qualche conferma sembra intravvedersi all'orizzonte. Il NYT ha già da tempo affermato di voler restare solamente online mentre nelle scorse settimane il Seattle Post-Intelligencer ha fermato le rotative dopo quasi 160 anni di storia.


Non vorrei annoiarvi più di tanto con questo argomento visto che di pareri e dibattiti ce ne sono stati e ce ne sono di più importanti e autorevoli del mio. Però io alla scomparsa totale del quotidiano non ci credo più di tanto. Nel corso dei secoli la carta stampata è riuscita, non senza difficoltà è vero, a reinventarsi nonostante l'avvento di mezzi d'informazione come la radio, la tv e internet. I quotidiani sono diventati punti d'approfondimento ai quali non si riesce a dire di no. Ora, però, la situazione è diversa perché non è più un confronto basato sul mezzo a disposizione ma sul tempo. La vera discriminante è il tempo a disposizione dei lettori con le nuove generazioni (cioè “i grandi” dei prossimi 30-40 anni) che arriveranno all'età adulta senza avere alcuna confidenza con i quotidiani vecchio stampo.


Ed è qui che si inserisce il fenomeno della Free Press. Un fenomeno che è approdato anche in Italia riscuotendo un enorme successo tra i giovani e i milioni di pendolari che affollano quotidianamente le stazioni italiane. Sono piccoli, facili e veloci da leggere. Ed è qui che arriva la dolente nota. Nel nostro paese questi quotidiani mancano, per ovvi motivi, di qualità e vengono realizzati in modo approssimativo spesso schiaffando in pagina chili e chili di agenzie. Critica che in molti hanno affibbiato ai free press. In Spagna, però, il pluripremiato quotidiano ADN ha dimostrato che è possibile realizzare del buon giornalismo in uno spazio angusto. Senza dimenticare che internet avrà sempre un peso maggiore nel reperimento di informazioni nel corso della giornata.


Fermo restando, infine, che i quotidiani (esclusi gli economici e gli sportivi per quali la situazione è diversa) più ampi potrebbero iniziare a ritagliarsi fette di mercato nel week end, dove c'è maggiore spazio da dedicare alla lettura.

martedì 31 marzo 2009


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1 commento:

Anonimo ha detto...

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