Mi dimetto, sono sicuro. Anzi no, forse, sni, boh...

Non potendo più farle sul campo adesso, Roberto Mancini, le finte le fa verbali e in sala stampa. Ieri sera, dopo l’eliminazione in Champions League (l’ennesima) arrivata contro il Liverpool (Dio benedica la città dei Beatles), l’allenatore dell’Inter si è presentato davanti ai giornalisti dicendo in modo breve e conciso: «Vi dico una cosa, e la dico in italiano perché tanto agli inglesi non interessa. Questi sono gli ultimi due mesi e mezzo per me sulla panchina dell’Inter, anche se ho quattro anni di contratto». Il tutto pronunciato di fronte ad una platea incredula che di primo impatto gli ha chiesto, ovviamente, le motivazioni. E lui: «non c’entra niente con la sconfitta di questa sera». Nooooo.

Fatto sta che il presidente Moratti si è fatto girare un attimo i cosiddetti e questa sera al termine dell’incontro con Mancini ha detto che tutto è tornato alla normalità. Una cosa è certa di normale non c’è nulla. Sopratutto nella testa di Mancini.

Tanto per fare un altro esempio, sicuramente più provocatorio e di tutt’altro peso, è notizia di oggi che il governatore dello stato di New York, Spitzer, si dimetterà a causa di una sua scappatella con una squillo saltata agli onori della cronaca mondana. Una decisione assunta onde evitare coinvolgimenti con la vita del suo stato. «Ognuno – ha detto – deve essere responsabile delle proprie azioni».

Proprio come in Italia dove chi smerciava mignotte in Rai ancora sta lì bello bello a fare i comodi suoi con i soldi nostri. Oppure in Parlamento dove chi ruba può essere candidato...

COERENZA: fedeltà di una persona ai propri principi, conformità costante tra le sue parole e le sue azioni: dare prova di c., un uomo di grande c. 2 non contraddittorietà sul piano logico di un ragionamento, di un discorso e sim.: la c. di un pensiero, di una teoria filosofica 3 stretta connessione tra le parti di un insieme: una perfetta c. tra i vari elementi.